Bruxelles – Saranno i leader dei Ventotto a decidere sul prolungamento delle sanzioni nei confronti della Russia per la crisi ucraina. Fino alla scorsa settimana la decisione era data già praticamente per presa e ci si aspettava un semplice via libera formale, senza discussione, a livello di ambasciatori. L’Italia si è però opposta ad un procedimento così sbrigativo per una decisione di questo peso chiedendo che si procedesse ad un vero dibattito sul tema. Richiesta che sarà soddisfatta con una discussione al più alto livello politico possibile, visto che il tema approderà sul tavolo del Consiglio europeo in programma giovedì e venerdì a Bruxelles.
“L’argomento credo sia sul tavolo del consiglio europeo del 17 e 18 francamente non prevedo grandi discussioni”, conferma il ministro degli Esteri italiano, Paolo Gentiloni, specificando che “nessuno è pro o contro le sanzioni, non si tratta di una questione di principio”. A più riprese tutti gli Stati, ricorda Gentiloni, hanno stabilito che “la decisione sul prolungamento va presa in base ad una valutazione sulla messa in atto del protocollo di Minsk. Questo – continua il ministro degli Esteri – è quello che il Consigli europeo farà e sono sicuro che avremo una decisione comune”.
Ottimista sull’unità tra i capi di Stato e di governo anche l’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Federica Mogherini: “Non vedo problemi per nessuno degli Stati membri sulla decisione politica” di prolungare le sanzioni, spiega Mogherini, confermando che “starà al Consiglio europeo questa settimana decidere, come è sempre stato sulle sanzioni nei confronti della Russia”.
Dopo una serie di misure restrittive “individuali” introdotte dall’Ue a partire da marzo 2014 nei confronti di individui e società russe che hanno contribuito all’annessione illegale della Crimea da parte della Russia, le prime misure economiche europee contro Mosca sono arrivate a luglio 2014, a pochi giorni dall’abbattimento del volo MH17, di cui l’Unione ritiene colpevoli i ribelli filorussi che occupavano l’Ucraina orientale. Il primo pacchetto annuale sarebbe scaduto lo scorso luglio ma il 22 giugno 2015 il Consiglio europeo ha prorogato le sanzioni economiche di altri sei mesi, fino al 31 gennaio 2016. I leader hanno stabilito una connessione chiarissima tra la fine delle sanzioni e la completa messa in atto degli accordi di Minsk che, nonostante i progressi degli ultimi mesi, sono lontani dall’essere messi in atto. Difficile insomma che il Consiglio europeo possa prendere una decisione diversa da quella del prolungamento anche se, a livello teorico, a complicare le cose basterebbe l’opposizione di un solo Paese visto che, come per l’introduzione delle sanzioni, anche il prolungamento richiede l’unanimità.