Bruxelles – È acceso il clima politico in Polonia a causa di un forte scontro istituzionale dovuto a una controversa nomina dei nuovi giudici del Tribunale costituzionale. Anche il Parlamento europeo, riunito in Plenaria a Strasburgo, discuterà della vicenda questa settimana, o al massimo nella sessione di gennaio, ha fatto sapere il presidente Martin Schulz. Sabato nella capitale Varsavia migliaia di persone hanno protestato contro il governo conservatore guidato da Beata Szydło e dal partito Diritto e giustizia (Pis), e chiesto le dimissioni di Andrzej Duda, presidente del paese, accusato di aver violato la costituzione. Ieri, domenica, i sostenitori dell’esecutivo hanno fatto una contromanifestazione in cui c’era uno striscione che recitava “crociata del rosario per la patria”. Un prete ha addirittura fatto un esorcismo davanti alla sede del quotidiano di opposizione Gazeta Wyborcz, fondato da Adam Michnik, uno dei simboli della vittoria della democrazia in Polonia. La testata era accusata di essere posseduta perché sostenitrice del centro laico e filoeuropeo. Oltre a questo episodio piuttosto eccentrico i nazionalisti al potere hanno chiesto di annullare gli abbonamenti a Gazeta Wyborcz sottoscritti da ministri e amministrazioni e vorrebbero vietare alle istituzioni le inserzioni pubblicitarie sulla testata.
Prima della vittoria alle elezioni dello scorso 25 ottobre degli euroscettici del Pis, partito guidato da Jaroslaw Kaczynski, il Paese era stato governato per otto anni dalla formazione di centrodestra Piattaforma Civica. Lo scorso giugno il Parlamento aveva nominato cinque nuovi giudici del Tribunale Costituzionale ma il presidente Andrzej Duda (vicino al Pis) aveva bloccato il loro giuramento. A novembre una sentenza della Corte Suprema aveva giudicato legittima la nomina di tre giudici su cinque, Duda però ha continuato a rifiutarsi di accettare il loro giuramento e nel frattempo il nuovo esecutivo ha nominato altri 5 giudici a cui il presidente ha assicurato una veloce entrata in carica. E così adesso il Paese si ritrova con 8 giudici costituzionali: tre dal precedente governo e giudicati legittimi, cinque dal nuovo governo giudicati illegittimi dalla Corte Suprema. Si è creato così nel Paese uno stallo perché ogni parte politica continua a riconoscere i propri giudici, e l’opposizione parla di “colpo di stato strisciante”. La Corte Costituzionale della Polonia è un organo indipendente che vigila sulla Costituzione e ha il potere di decretare l’annullamento delle leggi che violano la Carta fondamentale. È composta da 15 giudici nominati dal Parlamento, per un termine di 9 anni.