Bruxelles – Migliorano i diritti LGBTI nell’Ue. Questo il resoconto dell’Agenzia dell’Ue per i diritti fondamentali (FRA), che ha pubblicato un’analisi comparativa della situazione giuridica nei Paesi membri per quanto riguarda la protezione legale contro la discriminazione di gay, lesbiche, trans e intersessuali, per un periodo compreso tra il 2010 e il 2015. Le aree prese in esame sono il mondo del lavoro, la libertà di espressione e di movimento, la protezione internazionale ed il riconoscimento del genere “favorito”. Positivo il commento del direttore dell’Agenzia FRA Constantinos Manolopoulos, che ha dichiarato che dai dati emersi “ci si accorge del fatto che negli ultimi anni ci sono stati progressi in alcune aree”, soprattutto per quanto riguarda l’implementazione della legislazione ‘Ue Employment Equality Directive’ ha avuto un impatto positivo nel campo dell’impiego, promuovendo un ambiente di lavoro più equo e giusto”. Nonostante i buoni risultati, ha continuato Manolopoulos “persistono alcune barriere” che riguardano soprattutto intersessuali e transessuali e che devono essere superate per “consentire tutte le persone LGBTI godere pienamente dei loro diritti”.
Tra i punti critici, vi è la necessità di una maggiore protezione legale contro la discriminazione fondata sull’orientamento sessuale (cui si potrebbe ovviare tramite l’adozione della proposta di direttiva sulla parità di trattamento dell’Ue) e la mancanza di statistiche e dati, negli Stati Ue, relativi ai crimini di “odio”. Inoltre, un’altra area in cui sono necessari passi avanti è la libera circolazione delle famiglie LGBT nell’Ue, ostacolata da una definizione poco chiara e non condivisa del concetto di “membri di un nucleo familiare”. Secondo quanto scritto sul report, per ovviare a tale inconveniente gli Stati membri dovrebbero fare in modo di riconoscere lo stato civile acquisito in un altro stato. Un altro punto critico la minore attenzione e la scarsa comprensione e ai diritti delle persone intersessuali, e la necessità, per gli stati membri, di rivedere la leggi in proposito, con particolare attenzione alla situazione dei bambini.