Bruxelles – Una vera guardia frontiera europea sotto il controllo di Bruxelles, che potrà imporne l’intervento ai confini esterni di uno Stato membro, anche contro la volontà di quest’ultimo. Prende forma l’annunciato progetto della Commissione europea per rafforzare la protezione delle frontiere esterne e contiene, secondo le indiscrezioni, novità tali da ridisegnare in modo sostanziale le competenze sulla gestione dei confini esterni degli Stati membri dell’Ue.
Secondo le anticipazioni, la proposta, che sarà ufficialmente presentata il prossimo martedì, prevedere che, se l’esecutivo Ue constaterà deficienze gravi nel controllo delle frontiere esterne da parte di uno Stato membro, potrà proporre al Consiglio Ue di inviare sul posto un contingente della nuova guardia frontiera europea. Proposta che potrà essere respinta soltanto con una maggioranza qualificata di Stati membri contraria, molto difficile da costituire. Poi però sarà il board dell’agenzia decidere operativamente l’invio.
A questa “imposizione” di un controllo europeo si dovrebbe arrivare comunque soltanto come ultima spiaggia, sulla base di una valutazione della situazione da parte di una missione per l’analisi del rischio costituita anche da forze provenienti dai diversi Stati membri, compreso quello direttamente toccato. Se il rapporto constaterà mancanze effettive la Commissione inviterà il Paese in questione a prendere rapidamente provvedimenti e soltanto se questa domanda non sortirà effetti si arriverà a discutere ed eventualmente approvare l’invio del contingente in Consiglio europeo, anche contro la volontà dello Stato membro, ma, secondo alcune indiscrezioni, questa scelta potrebbe essere temperata dalla necessaria approvazione del membro nazionale del board di Frontex.
Se la proposta della Commissione dovesse diventare realtà si arriverebbe quindi ad una sostanziale cessione di sovranità sulle frontiere esterne, il cui controllo oggi è competenza esclusiva di ciascuno Stato membro. Ma il sistema attuale, secondo la Commissione e diversi Stati membri, ha mostrato, sotto la pressione dell’attuale crisi dei rifugiati, tutti i suoi limiti e va dunque cambiato.
Per tutto questo servirà una modifica di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere esterne, che oggi ha di fatto poteri operativi molto limitati. La Commissione pianifica di dotarla di un contingente da dispiegare, in caso di bisogno, in due o tre giorni massimo. Questo corpo europeo di guardie di frontiera dovrebbe essere composto di almeno 1.000-2.000 uomini che gli stati membri dovranno mettere a disposizione.
La proposta incontrerà con ogni probabilità il convinto sostegno degli Stati che in queste settimane hanno chiesto a gran voce un controllo più efficiente delle frontiere esterne: Germania e Francia ad esempio, che hanno ribadito questa necessità anche pochi giorni fa in una lettera alla Commissione europea. Dall’altro lato, però, è da mettere in conto che a diversi Stati Ue, come Polonia e Ungheria, l’idea di un’ulteriore cessione di sovranità all’Ue, poi su una questione delicata come la sicurezza nazionale e la difesa dei confini, potrebbe non piacere e la proposta potrebbe non avere vita semplice.