Roma – “La crescita e la creazione di posti di lavoro sono ancora insoddisfacenti in Europa”, e dunque è necessario proseguire nella creazione degli strumenti in grado di far ripartire gli investimenti e di conseguenza alimentare la ripresa economica. Partecipando al ‘Rome investment forum 2015’, iniziativa organizzata da Febaf (Federazione banche assicurazioni finanza), il ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, indica la necessità di avanzare sull’Unione del mercato dei capitali, che va “disegnata come una riforma strutturale europea”, perché “rappresenta una trasformazione delle relazioni tra finanzia e crescita”.
Il titolare di via XX Settembre ritiene che un mercato unico europeo dei capitali, arricchendo le fonti di accesso al credito per le imprese, sia uno dei “tre pilastri” per il rilancio degli investimenti insieme con l’Unione bancaria e il Piano Juncker. Per Padoan, realizzare la Capital market union è fondamentale in un contesto in cui “l’Europa riceve cinque volte meno fondi dal mercato dei capitali rispetto agli Stati uniti”. Se fossimo stati in grado di usare i ‘venture capital’ come hanno fatto gli americani, sottolinea ancora il ministro, “dal 2009 al 2014 le imprese europee avrebbero avuto a disposizione 90 miliardi per investimenti”.
Investimenti che invece “sono insufficienti a dispetto dei bassi tassi di interesse”, e nonostante siano “necessari grandi interventi in infrastrutture”, spiega Padoan, che li quantifica in “2 mila miliardi di euro entro il 2020 su trasporti, energia, telecomunicazioni, acqua, rifiuti e altre utilities”.
Si tratta di settori nei quali anche il piano Juncker dovrà fare la sua parte. Lo ricorda il presidente di Febaf, Luigi Abete, che dà un “giudizio positivo” alla fase della messa a punto normativa, ma aspetta di confermarlo “alla prova dei fatti”. Bisognerà vedere “se la Bei riuscirà a declinare gli investimenti con la parola ‘aggiuntivi’ – avverte – che vuol dire che senza il fondo di garanzia non si farebbero”, e toccherà verificare se “gli Stati membri saranno in grado di presentare progetti adeguati” a rientrare nel piano.
Come il ministro Padoan, anche il vicepresidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, intervenendo al Forum di Febaf ha sottolineato che “il Piano d’azione della Commissione Juncker per il mercato unico dei capitali è uno dei pilastri” per rilanciare la crescita in Europa. Ma se vogliamo garantire una economia forte “non possiamo pensare di farlo senza una unità fiscale”.