Bruxelles – Le quattro banche salvate dall’Italia, CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria “vendevano prodotti inadatti a persone che forse non sapevano cosa compravano”. Così il commissario europeo alla Stabilità finanziaria, Jonathan Hill, secondo cui le misure prese dal governo di Matteo Renzi, per aiutare i risparmiatori più deboli colpiti dalla ristrutturazione degli istituti “devono essere analizzate per vedere se sono compatibili con le norme sugli aiuti di Stato”. Hill ha detto di essere consapevole che ci sono state “conseguenze per alcune persone che sono state dure e difficili”, e a suo avviso perché appunto “le banche in questione vendevano prodotti inadatti a persone che forse non sapevano cosa compravano”. Per questo, ha affermato Hill “bisogna costruire un mercato finanziario per la vendita al dettaglio che sia più forte”, e ciò “rientra nella strategia comunitaria per l’unione dei mercati finanziari”. “Dobbiamo – ha concluso il commissario – permettere ai risparmiatori di sentirsi liberi e sicuri nell’investire nei mercati finanziari”. I piani di risoluzione di CariChieti, CariFerrara, Cassa Marche e Banca Etruria erano stati approvati da Bruxelles lo scorso 22 novembre.
Sempre in tema di banche oggi la Commissione europea ha richiamato il nostro Paese, insieme ad altri 9 Paesi, per non aver applicato integralmente la direttiva sui sistemi di garanzia dei depositi. Il provvedimento mira ad assicurare che i depositanti possano beneficiare di rimborsi più rapidi e di una rete di sicurezza più solida attraverso maggiore uniformità dei requisiti di finanziamento. Il termine per il recepimento di queste norme nell’ordinamento nazionale era fissato al 3 luglio 2015, ora la Commissione ha inviato un parere motivato all’Italia, il secondo stage della procedura di infrazione che precede il deferimento alla Corte.
Dal 2009 è stato chiesto a tutti gli Stati membri di aumentare la copertura assicurata dai rispettivi sistemi di garanzia dei depositi, portandola a un livello uniforme di 100mila euro per depositante e per banca entro la fine del 2010. Poi è stata adottata una direttiva migliorata sui sistemi di garanzia dei depositi nell’estate del 2014 per garantire una protezione rafforzata ai depositanti, accelerando i rimborsi e migliorando l’informazione, quella appunto che l’Italia insieme a Belgio, Cipro, Estonia, Grecia, Lussemburgo, Polonia, Romania, Slovenia e Svezia, tarda a recepire.