Roma – L’Italia il suo dovere lo fa. Rispettando anche i suoi principi morali. L’Unione europea e i sui Stati membri no. Lo ha detto questa mattina a Roma il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante una cerimonia.
Sulla questione dei migranti “qualcosa si è mosso ma l’Europa non sta facendo tutto quello che può”, ha detto Renzi, sottolineando che “l’Italia non ha bisogno di aiuto dall’Unione, noi possiamo fare senza l’Europa: è l’Europa che deve capire se vuole tradire se stessa e i suoi ideali. Non basta lavarsi la coscienza dando qualche soldo a qualche paese”. L’Italia, invece, “continua a fare quel che è necessario, anche prendendo critiche da altri partner europei: possiamo perdere voti ma non la nostra anima. La nostra sfida – spiega il premier – non è tanto sulle misure economiche ma sul fatto di essere una comunità di donne e uomini e non solo di codici fiscali… Noi in Italia facciamo così: paghiamo di tasca nostra per dare sepoltura ai morti nel Mediterraneo e ci battiamo perché non avvenga più”.
Renzi torna poi sulla sfida di queste settimane con Bruxelles, “noi – ha detto – abbiamo cinque hotspot da realizzare e li realizzeremo tutti e cinque”, invece, ha accusato i partner “non è ancora partito il processo di relocation come vorremmo che partisse”.
Del Mediterraneo “non ci si deve ricordare solo quando ci sono problemi legati all’immigrazione”, ammonisce però il capo dell’esecutivo parando più tardi al Forum el Mediterraneo a Roma, indicando le “tre priorità” che vanno affrontate con “una strategia a lungo respiro” per risolvere “le crisi” che gravitano nell’area del Mare nostrum e che sono legate a quelle mediorientali.
La prima situazione da affrontare è la Siria, dove per Renzi serve un “ricambio della classe dirigente graduale e ordinato”, da realizzare “senza lasciare un vuoto che verrebbe riempito dai terroristi” dell’autoproclamato Stato islamico. Su questo la sintonia con è totale. Il monarca del regno Ascemita, infatti, punta sulla via politica come “l’unica soluzione possibile per la Siria”. Un paese dal quale, ricorda, provengono 1,4 milioni di rifugiati accolti dai giordani, i quali “sentono il dovere morale dell’accoglienza”.
La seconda priorità segnalata dal premier è l’Iraq, dove a suo avviso è necessario “completare” presto il processo di stabilizzazione. Poi la Libia, dove “daesh sta cercando di sfruttare le divisioni e il progressivo sgretolamento delle istituzioni” per estendere la propria presenza. Per questo Renzi vuole che si arrivi a breve alla creazione di un governo di unità nazionale e annuncia una imminente svolta che dovrebbe registrarsi grazie al contributo statunitense.
Il presidente del Consiglio ritiene che l’Europa abbia “perso una opportunità smettendo di dare centralità al Mediterraneo” per guardare troppo all’allargamento “a Est”. Un allargamento comunque positivo, per Renzi, il quale adesso invita l’Ue a non ripetere l’errore di prestare attenzione a un fronte tralasciando l’altro. Per questo, a fianco a una recuperata attenzione per il mediterraneo, Renzi chiede si continui a guardare a Est garantendo “al più presto l’ingresso di Serbia e Albania nell’Unione europea”.