Bruxelles – “La decisione della Commissione europea è proprio ingiusta e ci fa veramente arrabbiare”. Non cela la sua rabbia Patrizia Toia, capodelegazione degli eurodeputati Pd, alla decisione Ue di aprire una procedura di infrazione contro l’Italia per la mancata registrazione dei migranti. Toia reputa ingiustificato il fatto di “mettere l’Italia sul banco degli imputati” quando, accusa, “il Paese è stata lasciato solo a lungo ad affrontare questo fenomeno” e nonostante questo “ha fatto molto più di altri” nella gestione della crisi migranti. Ma il j’accuse non si ferma qua. Per l’europarlamentare l’Europa dovrebbe “ringraziare l’Italia per le migliaia di vite umane salvate in totale solitudine” invece di mettere in atto un’insensata procedura che si riferisce a “qualche mancanza nella registrazione dei migranti che peraltro risale a momenti di arrivi caotici del passato”. Visto, oltretutto, che “la stessa Commissione si accinge a cambiare le regole di Dublino perché riconosce che alcuni Paesi come l’Italia si caricano di oneri che dovrebbero essere condivisi”.
Bruxelles, continua Toia “dovrebbe sostenere l’Italia e costringere i Paesi che se ne lavano le mani ad accogliere i richiedenti asilo come previsto dagli accordi sulla redistribuzione” anziché “applicare le regole in modo così burocratico”. Questo soprattutto alla luce del riconoscimento che l’Ue ha dato al “bisogno di sostenere i Paesi di primo approdo perché ingiustamente penalizzati”. Dello stesso avviso l’eurodeputata Cécile Kyenge che, con toni più moderati, sottolinea anch’essa “l’impegno e la dedizione che l’Italia ha sempre mostrato nella gestione del fenomeno migratorio in questi ultimi anni”. Kyenge conclude spiegando che “aspettiamo comunque di ricevere maggiori indicazioni da parte della Commissione europea per poterci pronunciare nel merito di alcuni aspetti giuridici”.