Bruxelles – Doveva trattarsi di un semplice passaggio formale, un via libera senza troppe perdite di tempo. E invece l’Italia non ci è stata e si è opposta al rinnovo “automatico” per altri sei mesi delle sanzioni europee contro la Russia. La questione era oggi sul tavolo degli ambasciatori dei Ventotto, dove il rinnovo era previsto come punto senza discussioni. Ma l’Italia ha bloccato il procedimento chiedendo alla presidenza di turno lussemburghese che si apra un “dibattito politico” sul tema. Resta da capire se la discussione sarà riproposta a livello di ambasciatori, affrontata dai ministri degli Esteri che si riuniranno il prossimo lunedì oppure direttamente dai capi di Stato e di governo nel corso del vertice in programma i prossimi 17 e 18 dicembre. Il rinnovo, così come l’approvazione delle sanzioni, ha bisogno del’unanimità.
La contrarietà del nostro Paese non sarebbe tanto nei confronti della decisione in sé, quanto piuttosto verso il procedimento che appariva come troppo avventato su un tema di questo rilievo. È probabile anche che il governo punti ad un dibattito a livello di capi di Stato e di governo, per potere prendere pubblicamente le distanze dalle sanzioni che tanto pesano alle imprese del nostro Paese: ancora oggi un’analisi diffusa da Coldiretti ricordava che le esportazioni dei prodotti Made in Italy verso la Russia sono crollate del 27,5% nel 2015 per effetto dell’embargo russo adottato in risposta alle sanzioni dell’Europa.
Dopo avere ottenuto il dibattito che chiede, l’Italia sarà comunque costretta a cedere sul rinnovo delle sanzioni, visto che in passato i capi di Stato e di governo (Matteo Renzi incluso) hanno stabilito un legame chiarissimo tra la fine delle sanzioni e la completa applicazione degli accordi di Minsk. Piena applicazione che non si può certo dire ci sia stata: appena pochi giorni fa il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ricordava che “i separatisti sostenuti dalla Russia non hanno ancora ritirato le loro truppe e i loro armamenti, i gruppi illegali nell’Ucraina dell’est non sono ancora stati disarmati e l’Ucraina non è ancora stata in grado di ristabilire il controllo sui propri confini”.
“Noi apprezziamo molto i rapporti tra Russia e Italia, perché sono di carattere particolarmente strategico. Non è un rapporto basato solo sulle carte ma radicato nei sentimenti reciproci dei paesi, nel modo in cui vediamo la vita e su come vogliamo costruire i rapporti in Europa”, ha dichiarato proprio oggi il ministro degli Esteri russo Serghiei Lavrov in un incontro con la stampa italiana. “Siamo molto vicini agli italiani e lo dimostra il fatto che negli ultimi 15 anni con tutti i governi italiani si sono stabiliti rapporti fiducia indipendente dai partiti politici al potere. E questo la hanno confermato Renzi e Putin che si sono incontrati cinque volte da ottobre 2014”, ha aggiunto Lavrov.