Bruxelles – Le imprese italiane non hanno dubbi: nel nostro Paese la corruzione è “molto diffusa”. Più che un’opinione condivisa è un vero plebiscito quello che emerge da un’indagine Eurobarometro condotta in occasione della giornata internazionale contro la corruzione: ben il 98% delle aziende italiane ritiene che il fenomeno sia ampiamente presente nel nostro Paese. Dato che ci vale il titolo di maglia nera in Europa, seguiti a ruota da Grecia (dove ne è convinto il 96% degli intervistati), Romania (95%) Cipro e Spagna (93%) e Slovenia e Slovacchia (92%). Dati più preoccupanti rispetto alla media Ue, comunque elevata, che è pari al 71% di aziende convinte di vivere in uno Stato in cui la corruzione è diffusa. Tutt’altra aria si respira in Danimarca, dove appena l’11% vede problemi di corruzione, e Finlandia e Lussemburgo (31%).
Il fatto che la corruzione sia un fenomeno così comune costituisce un ostacolo agli affari secondo il 60% delle aziende italiane. In questo senso c’è chi sta peggio di noi, visto che in Romania e Grecia il 74% delle aziende ritiene di dovere affrontare problemi legati a questo fenomeno e in Bulgaria ne è convinto il 61% delle imprese. Anche qui situazione diametralmente opposta in Danimarca dove affronta problemi legati alla corruzione il 2% delle aziende o in Gran Bretagna (85) e Svezia (11%). In generale in dieci Stati membri su 28 almeno la metà delle società sostiene che la corruzione sia un problema per i propri affari.
La pratica irregolare più diffusa nel nostro Paese, secondo gli intervistati, è quella di favorire amici e familiari nelle istituzioni pubbliche (49%). Seguono a ruota le pratiche di avvantaggiare parenti e conoscenti negli affari (44%), l’evasione fiscale e le tangenti (36%).
La maggioranza assoluta delle imprese in ben 22 Paesi è convinta che le tangenti e gli abusi di potere tra i pubblici ufficiali a livello nazionale siano diffusi: in Grecia lo pensa il 91% delle aziende, a Cipro l’89% e in Italia l’88%. All’altro capo della classifica Danimarca (20%), Svezia (32%) e Lussemburgo (34%).
L’Italia è anche, insieme alla Grecia, il Paese più convinto che ci siano legami troppo forti tra le aziende e la politica (lo ritengono il 92% degli intervistati), mentre nel nostro Paese l’89% delle aziende ritiene che favoritismi e corruzione ostacolino la competizione tra aziende. Anche in questo senso deteniamo uno dei dati più negativi d’Europa, secondi solo al Portogallo (90%).