Bruxelles – Il commercio online è in crescita, ma il suo pieno potenziale rimane inutilizzato: solo il 12% dei venditori al dettaglio dell’Ue vende a consumatori di altri Paesi membri. Analogamente, solo il 15% dei consumatori acquista online da un altro Stato membro mentre quelli che lo fanno nel proprio sono ben il 44%. La Commissione europea ha adottato due proposte di direttiva per dare una spinta al settore: una riguarda la fornitura di contenuti digitali (ad esempio la musica in streaming) e una la vendita di beni online. L’obiettivo è porre fine alla frammentazione giuridica nel settore del diritto contrattuale dei consumatori, che genera alti costi per le imprese – soprattutto per le Pmi – e scarsa fiducia dei consumatori quando acquistano online all’estero.
“Quando si scarica un film o della musica, devono funzionare. Se ciò non avviene, bisogna poter risolvere il contratto ed essere rimborsati”, ha chiesto il vicepresidente al Mercato unico digitale Andrus Ansip, secondo cui grazie alle proposte attuali i consumatori “avranno maggiori diritti” e “le imprese, soprattutto le più piccole, potranno crescere operando oltre frontiera con costi minori”. “Internet ha eliminato le barriere tecnologiche al mercato unico digitale: con le proposte relative ai contratti nel settore digitale vogliamo eliminare le barriere giuridiche”, ha affermato la commissaria alla Giustizia, Vĕra Jourová.
Ai consumatori sarà garantito un livello più elevato di tutela attraverso l’inversione dell’onere della prova. Se un consumatore italiano scopre, oggi, che un prodotto acquistato online più di 6 mesi fa è difettoso e chiede al venditore di ripararlo o sostituirlo, può essere tenuto a dimostrare che il difetto esisteva al momento della consegna. In base alle nuove norme proposte, durante l’intero periodo di garanzia di due anni i consumatori saranno in grado di chiedere un rimedio senza dover dimostrare che il difetto esisteva al momento della consegna. Verranno poi specificati meglio i diritti per l’acquisto di contenuti digitali. Chi scarica un gioco che però non funziona correttamente può ricevere come risarcimento soltanto uno sconto per scaricare altri giochi in futuro. Con la proposta di direttiva, i consumatori saranno in grado di chiedere che tali problemi siano risolti e, se ciò non è possibile o non avviene correttamente, potranno ottenere una riduzione del prezzo o risolvere il contratto ed essere rimborsati integralmente.
Secondo le previsioni dell’esecutivo comunitario oltre 122mila imprese dell’Ue potrebbero iniziare a vendere a consumatori di altri Stati membri, e il numero totale dei consumatori che acquistano online potrebbe arrivare fino a 70 milioni, i consumi dovrebbero aumentare di 18 miliardi di euro grazie all’abbassamento dei prezzi al consumo e il Pil Ue dovrebbe crescere di 4 miliardi rispetto al livello attuale.