Bruxelles – La crisi dei migranti e la minaccia del terrorismo sono le sfide più impegnative che l’Europa si trova ad affrontare in questi mesi. Quale posizione deve prendere l’Ue? Che strategia bisogna utilizzare? Quale ruolo deve avere il cittadino europeo? In merito a queste domande, hanno cercato di fare chiarezza Massimo D’Alema, ex presidente del Consiglio italiano, e Tariq Ramadan, scrittore e accademico ad Oxford di origini svizzere. Il dibattito tra i due si è svolto all’università Ucl di Bruxelles, dove centinaia di ragazzi, per lo più musulmani, hanno assistito, sono intervenuti e hanno espresso la loro opinione riguardo queste calde tematiche.
“Se non capiamo che l’Islam è una delle radici dell’Europa non abbiamo capito nulla”, ha esordito D’Alema, secondo il quale “radicalismo terroristico e islamofobia hanno una radice in comune, che l’Islam sarebbe violenza. Contro questa visione – ha aggiunto rivolgendosi alla comunità musulmana – dobbiamo condurre una lotta politica, sociale e culturale insieme”.
Per l’ex premier a livello europeo poi “serve una strategia che finora non c’è stata, e qui è la debolezza dell’Unione e dei suoi Paesi membri. Sicuramente l’aspetto della sicurezza è di enorme importanza, ma anche la dimensione politica, sociale e culturale deve essere affrontata, perché qualcosa evidentemente non ha funzionato nelle politiche di integrazione”. Per D’Alema inoltre “l’Europa sta sfigurando per come affronta l’emergenza dei migranti, si tratta di una crisi di solidarietà”, e dunque ora è necessario muoversi su due fronti: “il primo è, dopo aver tutti capito e condiviso che l’accordo di Dublino sui rifugiati è superato, ora le sue regole vanno attualizzate; secondo punto è elaborare e praticare una strategia efficace per la pace in Siria e la stabilità in Libia”. Per questo, sostiene l’ex premier la leadership europea deve essere “forte e unita”, perché la crisi rifugiati è un problema “totale e non nazionale”.
Accogliere coloro che scappano dalla morte, dalla guerra e dalla corruzione, è la prima cosa da fare, ha affermato Ramadan, anche i rifugiati hanno una “dignità”. Il professore ha inoltre specificato che, quando si affronta il tema immigrazione, bisogna essere chiari nella terminologia da usare, è fondamentale difatti distinguere tra “rifugiato politico” e “richiedente asilo”, tra “migrante” e “rifugiato di guerra”, ha evidenziato il direttore del “Centro di ricerca sulla legislazione e l’etica islamica”..
D’Alema ha definito l’Isis come “il fascismo politico dell’Islam”. “Le prime vittime della radicalizzazione sono i musulmani”, ha continuato D’Alema, anche perché esiste una “zona grigia” che non fa quel che dovrebbe contro il radicalismo. Potete fare di più – ha esortato il presidente della Federazione per gli studi progressisti europei (Feps) – , avete una responsabilità politica, culturale e religiosa”.
“Ora più che mai l’Europa ha bisogno di una leadership coraggiosa e coerente” ha dichiarato Ramadan in merito alla minaccia terrorismo, sottolineando come l’Ue debba aumentare le misure di sicurezza soprattutto a livello transfrontaliero. Infine il professore ha inviato il pubblico a riflettere su una domanda: “Qual’è il ruolo e la linea politica europea di fronte terrorismo e ai conflitti che avvengono in Siria, Turchia e in Iraq”?