Bruxelles – Una procedura europea contro l’Italia per la mancata identificazione dei migranti? Può essere solo riferita al passato perché ora le cose sono cambiate. Lo assicura la presidente della Camera, Laura Boldrini, che da Bruxelles commenta le indiscrezioni secondo cui la Commissione europea si appresta ad aprire una procedura contro il nostro Paese, colpevole di non avere effettuato come avrebbe dovuto l’identificazione e la raccolta delle impronte digitali dei migranti in arrivo sulle nostre coste. “So che le cose sono un po’ cambiate negli ultimi mesi, ci sono più identificazioni rispetto al passato”, assicura la presidente della Camera secondo cui oggi “si è strutturato un sistema più efficace”. Per questo “se questo procedimento andrà avanti è legato ad un esercizio passato”, commenta Boldrini.
Per la presidente della Camera, poi, non tutte le colpe sono dell’Italia: “Con la mia esperienza di Alto Commissario delle Nazioni Unite – spiega – so bene che l’identificazione dei richiedenti non è un esercizio semplice: molti di loro non vogliono farsi identificare perché non vogliono restare in Italia, hanno parenti in altri Paesi e non vogliono fare domanda di asilo in Italia, per questo si bruciano i polpastrelli e compiono atti di autolesionismo”. Insomma, “dietro ai limiti delle identificazioni c’è anche un limite concreto della difficoltà a farlo”.
“Noi gli hotspot gli abbiamo fatti ma non funzionano se non c’è il sistema di ricollocamenti”, e il sistema al momento “non c’è”, anche se “deve funzionare, deve arrivare a funzionare”, chiede Boldrini secondo cui “se non si farà un corridoio umanitario capace di gestire il flusso dei migranti noi conteremo i morti”. Con l’inverno “lasciare persone come bambini e anziani all’aperto sotto la pioggia non è degno dell’Europa”, ha ammonito la residente della Camera.