Bruxelles – Fare dell’Unione europea un attore di punta dell’aviazione internazionale. È questo l’obiettivo della Commissione Ue che oggi ha adottato una nuova strategia per l’aviazione con cui si impegna ad investire a questo fine 430 milioni di euro all’anno da qui al 2020 per creare 300 mila nuovi posti di lavoro. Un’iniziativa in linea con le grandi priorità della Comissione Juncker tra cui dare un impulso all’economia europea, rafforzare la sua base industriale e contribuire alla leadership globale dell’Ue. La nuova strategia vuole assicurare che il settore dell’aviazione europea rimanga competitivo e sappia cogliere i vantaggi di un’economia globale caratterizzata da un’evoluzione e da uno sviluppo accelerati. Bruxelles è convinta che un settore dell’aviazione forte e proiettato sul mondo possa produrre vantaggi non solo per le imprese, ma anche per i cittadini europei offrendo loro un maggior numero di collegamenti con il resto del mondo a prezzi più contenuti.
Quattro le priorità del piano della Commissione. Per prima cosa si punta a stipulare nuovi accordi esterni per l’aviazione con Paesi e regioni chiave nel mondo, tra cui Stati del Golfo e dell’Asia, così da consentire all’aviazione Ue di poter sfruttare i nuovi mercati in espansione. In questo modo, è convinto l’esecutivo Ue, si creeranno nuove opportunità commerciali alle imprese europee e si assicureranno condizioni di mercato eque e trasparenti grazie a un quadro normativo chiaro. Questi accordi assicureranno anche un maggior numero di collegamenti aerei e prezzi più contenuti per i passeggeri. Altro obiettivo chiave è completare il progetto del cielo unico europeo, ottimizzando l’uso dei nostri aeroporti più frequentati e monitorando la connettività intra ed extra unionale per identificarne le carenze. In questo modo si punta a superare la frammentazione dello spazio aereo europeo che costa almeno 5 miliardi di euro all’anno e comporta l’emissione di quasi 50 milioni di tonnellate di Co2 supplementari.
La strategia propone anche un aggiornamento delle norme di sicurezza dell’Ue per mantenere standard elevati di sicurezza a fronte di un traffico aereo in espansione. La Commissione cercherà anche il modo per ridurre l’onere e i costi legati ai controlli di sicurezza grazie all’uso di nuove tecnologie e di un approccio basato sui rischi, tenterà di rafforzare il dialogo sociale e le condizioni occupazionali nel settore dell’aviazione e porterà avanti una consistente azione per arrivare, entro il 2020, a una crescita a carbonio zero.
L’Europa vuole anche valorizzare appieno le potenzialità legate ai droni. Per questo la strategia propone un quadro legale per garantire la sicurezza e la certezza giuridica per l’industria e rispondere alle preoccupazioni legate alla privacye alla protezione dei dati, alla sicurezza e all’ambiente. Per consolidare il ruolo di punta dell’Europa nel trasporto aereo internazionalel ‘Unione europea ha pianificato un investimento di 430 milioni di euro all’anno fino al 2020 e prevede che nuove soluzione nella gestione del traffico aereo nel cielo unico europeo possano portare alla creazione di 300 mila nuovi posti di lavoro.
“Questa nuova strategia per l’aviazione delinea un quadro che consentirà all’aviazione europea di mantenere la sua leadership globale”, è sicuro il vicepresidente della Commissione Ue per l’Unione energetica, Maroš Šefčovič, sottolineando l’impegno dell’Europa “verso un’aviazione sostenibile, una questione di grande attualità in questo momento in cui gli occhi del mondo sono puntati su Parigi in occasione della conferenza sul cambiamento climatico”. “La strategia aiuterà le imprese europee a rimanere competitive grazie a nuovi investimenti e ad opportunità di fare affari, consentendo loro di crescere in modo sostenibile. Anche i cittadini europei ne beneficeranno grazie a una maggiore scelta, a prezzi più bassi e a livelli più elevati di sicurezza”, aggiunge la commissaria Ue ai trasporti, Violeta Bulc.
Il progetto piace anche a BUSINESSEUROPE, l’associazione delle Confindustrie europee. Secondo il direttore generale Markus J. Beyrer “un solido settore dell’aviazione garantisce oltre cinque milioni di posti di lavoro e oltre il 2% del Pil dell’Unione. Questa strategia giustamente è mirata sugli investimenti, l’accesso al mercato, sulla riduzione dei costi e l’incremento dell’efficienza”. Le compagnie aeree e gli aeroporti europei, dice ancora Beyrer, “competono in un mercato globale, e dunque una politica esterna dell’Ue più ambiziosa è essenziale”.
Contrari i Verdi europei, che puntano il dito contro la decisione della Commissione di accusandola di privilegiare il trasporto aereo rispetto ad altre modalità di trasporto e di non tenere conto dei problemi legati all’ambiente. “Parlare di queste proposte nel pieno del COP21 è quantomeno sconcertante” afferma Karima Delli eurodeputata dei Verdi-ALE membro della commissione Trasporti, difatti “le emissioni di questo settore (il più inquinante di tutti) continuano ad essere esenti da qualsiasi impegno nella lotta per la tutela dell’ambiente e del clima”. Inoltre, continua Delli, il problema riguarda anche la distorsione della concorrenza: “Il cherosene è l’unico combustibile di origine fossile non tassato mentre il settore del trasporto aereo genera più del 3% delle emissioni globali” e a questo si aggiunge “l’assenza di IVA sui voli intercontinentali”. Infine, spiega l’europarlamentare “la generalizzazione di dumping sociale del settore aereo (soprattutto per quanto riguarda le low cost e quelle del Golfo, che beneficiano di aiuti colossali) rende impossibile l’allineamento per le compagnie europee classiche”. È importante, conclude, che “ci siano norme che garantiscano una concorrenza leale tra le compagnie aeree”.