Roma – Italia a rischio di nuove sanzioni pecuniarie per violazione degli obblighi dell’appartenenza all’Unione europea. E non è un caso che nella legge di stabilità per il 2016 siano previsti modifiche in tema di rivalsa e di esercizio dei poteri sostitutivi da parte dello Stato centrale nei confronti dei responsabili delle violazioni.
L’Italia già ha subito 4 condanne (per i rifiuti della Campania, per le agevolazioni per le assunzioni tramite i contratti di formazione lavoro, per aiuti ad alcune imprese di Venezia e Chioggia) ma sulla sua testa pendono altre sentenze della Corte di Giustizia che hanno appunto accertato l’inadempimento da parte dell’Italia degli obblighi derivanti dall’appartenenza alla Ue. La mancata adozione delle necessarie misure di esecuzione potrebbe comportare nuove decisioni di condanna al pagamento di onerose sanzioni pecuniarie.
In particolare vengono contestati i mancati recuperi di finanziamenti a favore della navigazione in Sardegna e degli alberghi sardi in quanto considerati aiuti di Stato non compatibili con il mercato comune. E per gli stessi motivi vengono sanzionati i mancati recuperi di soldi alla imprese dei Comuni colpiti da eventi calamitosi nel 2002, Altre 2 sentenze condanno l’Italia per non aver garantito l’indipendenza del gestore nella determinazione dei diritti di accesso e ripartizione dell’infrastruttura ferroviaria e ancora per il mancato recupero di aiuti relativi a agevolazioni fiscali e prestiti agevolati a favore di imprese di servizi pubblici a prevalente capitale pubblico.
A seguito di queste sentenze, la Commissione europea ha inviato all’Italia altrettante lettere di messa in mora e di conseguenza potrebbero scattare sanzioni pecuniarie. E dunque non e’ un caso se la legge di stabilità attualmente all’esame di Montecitorio introduce modifiche in tema di rivalsa e di esercizio dei poteri sostitutivi allo scopo di rafforzare l’efficacia deterrente.