Roma – “L’energia nucleare è importante nell’energy mix dell’Unione europea”, quindi “penso che lasceremo agli Stati membri la scelta” se continuare a usarla o meno. Incontrando i giornalisti nella seconda giornata della sua visita a Roma, il vicepresidente della Commissione europea, Maroš Šefčovič, ricorda che “ci sono 11 Paesi che non intendono abbandonare” l’atomo come fonte di approvvigionamento energetico. Per quanto riguarda l’esecutivo comunitario potranno continuare a utilizzarlo, spiega Šefčovič, perché “il nostro ruolo è di assicurare che vengano garantiti i massimi livelli di sicurezza ed è quello che stiamo facendo”.
Lo slovacco, in Italia per illustrare i dettagli della realizzazione dell’Unione energetica, affronta il tema a tutto tondo. Parlando di trasporti, indica che anche questo settore è interessato dalla “grande sfida della de-carbonizzazione”. La strategia per i trasporti, che verrà presentata la prossima estate, ha tra i suoi punti la promozione di sistemi intelligenti e cooperativi per la mobilità. Dal momento che “la congestione del traffico costa un punto percentuale del Pil europeo” all’anno, indica Šefčovič, bisognerà esplorare tutte le soluzioni, e “la piattaforma Uber può essere un sistema, come ve ne sono altri in Francia e in diversi Paesi”. Una timida apertura nei confronti della società che opera online per rendere ogni automobilista un potenziale tassista, e per questo è nel mirino della categoria e sotto la lente d’ingrandimento della stessa Commissione europea, la quale deve ancora esprimersi sull’ipotesi di concorrenza sleale.
In mattinata, partecipando a un incontro organizzato dall’Istituto affari internazionali (Iai), il vicepresidente ha difeso il progetto di allargamento del gasdotto North Stream. Anche se attualmente il condotto, che porta il gas russo all’Ue approdando in Germania, “lavora al 50% delle sue capacità”, secondo il commissario rimane comunque strategico perché “permette di bypassare l’Ucraina” e dunque è utile in termini di sicurezza degli approvvigionamenti. Sicurezza che deve essere garantita attraverso la diversificazione non solo delle rotte – Šefčovič ha garantito l’impegno della Commissione a rilanciare anche il progetto del South Stream, attualmente congelato da Mosca, per portare il gas russo nel nostro Paese – manche delle fonti. In questo L’Italia può avere “un ruolo chiave nel Mediterraneo”, ha indicato ancora il vicepresidente.
Diversificare le fonti, però, vuol dire anche “democratizzazione della produzione energetica”. L’esponente della Commissione ha ricordato infatti che l’Unione dell’energia punta a favorire “i cittadini perché producano loro stessi l’energia” di cui hanno bisogno. Strettamente legato al decentramento produttivo, poi, c’è il tema dell’efficienza delle reti elettriche. Su questo versante Šefčovič ha riconosciuto all’Italia il merito di essere “tra i pochi Paesi che hanno un sistema di contatori intelligenti”, un elemento indispensabile per monitorare in tempo reale consumi e disponibilità, consentendo di ottimizzare i flussi. “Il vostro paese sta continuando a sviluppare questa tecnologia e mi aspetto che ciò sia di contributo agli altri”, ha dichiarato.
Sulla strategia nel suo complesso è intervenuto il sottosegretario agli Affari Europei, Sandro Gozi, anch’egli presente all’evento dello Iai, presieduto in qualità di organizzatore dall’ex commissario all’Industria, l’ambasciatore Ferdinando Nelli Feroci. Gozi ha sottolineato l’importanza che l’intero impianto dell’Unione energetica sia improntato alla “coerenza, all’efficacia e alla trasparenza”. Tuttavia, ha aggiunto, “deve anche essere flessibile per gli Stati membri”.
L’esponente del governo ha poi indicato la necessità di utilizzare le regole sulla concorrenza “non in modo tradizionale e ortodosso”. A suo avviso è necessario allentare i vincoli affinché in Europa sorgano colossi energetici “delle dimensioni sufficienti per competere con gli altri players globali”.
Il sottosegretario ha rimarcato il ruolo della gestione comune dell’energia per raggiungere gli obiettivi di abbattimento delle emissioni di gas serra, plaudendo al fatto che, “per la prima volta, l’Unione europea si sia presentata alla Conferenza Onu sul clima con una strategia comune”.
Si tratta “di un programma ambizioso” – ha aggiunto Šefčovič – che vuole essere di “esempio per gli altri principali attori internazionali”. Tra questi la Cina, che rimane uno dei più grandi inquinatori del Pianeta. Secondo il commissario, tuttavia, “dobbiamo apprezzare l’atteggiamento” con il quale Pechino si è presentata alla Cop 21 di Parigi, perché “per la prima volta ha dichiarato di voler contribuire al contenimento delle emissioni”.