Bruxelles – Rinchiudere i migranti fino a 18 mesi per consentire i necessari controlli di sicurezza? Per il presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, si tratta di una prassi più che normale: “Se si vogliono controllare migranti e rifugiati serve più tempo del minuto necessario per prendere le impronte digitali. Nella legge internazionale e anche in quella europea abbiamo questa regola dei 18 mesi per i controlli necessari. Si può e si dovrebbe trattenere i migranti fino a che i controlli non sono completati”, ha detto Tusk in un’intervista rilasciata al Guardian e ad altri quotidiani europei. Le sue parole, però, non sono passate inosservate a molti. Di sicuro non lo sono state per il gruppo dei Verdi al Parlamento europeo che ha inviato una lettera al presidente del Consiglio europeo e ha chiesto che nel corso della prossima plenaria a Strasburgo si tenga, alla presenza di Tusk, un dibattito con il Consiglio e la Commissione sulla detenzione dei richiedenti asilo.
“Siamo rimasti profondamente scioccati dalla sua recente proposta che i rifugiati in arrivo nell’Ue debbano essere trattenuti fino a 18 mesi”, scrivono nella lettera i co-presidente dei Greens, Rebecca Harms e Philippe Lamberts. “Non solo – continuano – è direttamente in contrasto con lo spirito dei valori europei ma va anche contro la legge europea e internazionale”. La “regola dei 18 mesi” di cui Tusk parla nell’intervista, ribattono i Verdi, “si applica solo per le procedure di ritorno, solo in casi eccezionali e non per le procedure di asilo” e anche in questo caso, secondo la Direttiva Ritorni, il periodo di detenzione “deve essere il più corto possibile, fino a sei mesi, estendibile fino a 12 mesi in circostanze eccezionali”. Anche il regolamento di Dublino, ricordano ancora Harms e Lamberts, stabilisce che la detenzione deve essere per il periodo più corto possibile”. Dunque le parole di Tusk “indeboliscono lo stato di diritto nell’Ue”.
Insomma “non si può negare che c’è una crescente pressione sulle frontiere europee, ma la soluzione chiede un approccio più comprensivo e umano piuttosto che false risposte semplicistiche e populiste”, scrivono ancora i Verdi. “Il Parlamento fino ad ora è stato un partner coerente e costruttivo nelle ricerca di questo soluzioni e per questo le chiediamo – concludono Harms e Lamberts diretti a Tusk – di partecipare alla prossima sessione plenaria a Strasburgo per spiegarci la sua posizione e discuterne con gli eurodeputati”.