Bruxelles – Cattive notizie per la Puglia in arrivo dall’Unione europea. La Corte di Giustizia ha confermato il taglio di 79 milioni di euro di fondi Ue applicato alla regione per il periodo 2000-2006 e dovuto a carenze nei controlli e nella gestione delle spese. La corte di Lussemburgo era stata chiamata a deliberare sulla controversia legale tra Italia e Unione europea in merito alla decisione della Commissione, risalente al 2007, di ridurre i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr) concesso all’Italia per il programma operativo regionale (Por) della Regione Puglia relativo al periodo precedente. La motivazione della sospensione dei fondi Ue era stato il rilevamento, nell’ambito di una audit, del fatto che “il sistema di controllo sulla gestione dei fondi” in Puglia “non fosse idoneo a garantire la legalità e l’efficienza della spesa comunitaria”.
Come conseguenza di tale scoperta l’Ue aveva deciso nel 2008 l’interruzione dei pagamenti intermedi con tre mesi di tempo, per garantire che solo le spese ammissibili fossero coperte dal contributo del Fesr. Successivamente però, la Commissione “constatava che l’Italia non aveva adempiuto alle prescrizioni” e quindi nel 2009 decideva la riduzione dei fondi Ue alla Puglia per un importo di 79 milioni di euro a valere sul Fesr 2000-2006, pari a una correzione forfettaria del 10% sulle spese certificate sino alla data di sospensione dei pagamenti intermedi. L’Italia aveva quindi fatto ricorso al Tribunale Ue che però lo ha respinto nel 2014, e oggi la Corte Ue ha respinto anche il nuovo ricorso che chiedeva l’annullamento della sentenza del Tribunale.