Bruxelles – La Commissione europea ha presentato un nuovo pacchetto sull’economia circolare che promette di essere più ambizioso di quello vecchio, ritirato lo scorso febbraio nel nome della Better regulation, con una decisione che aveva scatenato non poche polemiche con ambientalisti e Parlamento europeo. L’esecutivo comunitario fissa i nuovi target per il 2030 al 65% del riciclaggio dei rifiuti urbani, al 75% del riciclaggio dei rifiuti da imballaggio e un obiettivo vincolante, sempre per lo stesso anno, di un massimo del 10% di rifiuti che possono essere mandati in discarica. Ci sono poi un divieto del collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata, metodi armonizzati per il calcolo dei tassi di riciclaggio e incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato nonché un sostegno ai sistemi di recupero e riciclaggio per imballaggi, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli.
I target in sé sono più bassi di quelli del vecchio pacchetto, il riciclaggio dei rifiuti era al 70 e gli imballaggi all’80. “Il pacchetto è comunque più ambizioso”, ha assicurato il primo vicepresidente Frans Timmermans, perché “innanzitutto riguarda l’intero ciclo e non solo i rifiuti, inoltre vengono fissati target, ma l’intero cammino per raggiungerli”. “Avremmo potuto anche fissare il riciclaggio al 100% ma che valenza avrebbe avuto nel mondo reale?”, si è chiesto Timmermans secondo cui il 65% è un obiettivo “ambizioso e realistico allo stesso momento”, che “è stato scelto dopo un’analisi della situazione reale e che potrà essere aumentato nel corso del tempo se ci saranno le condizioni”. Importante poi per il vicepresidente “è che ora ci sia un obiettivo vincolante del 10% di rifiuti massimi in discarica”, target che nella precedente proposta non compariva.
Saranno previsti finanziamenti per oltre 650 milioni di euro provenienti da Orizzonte 2020 e per 5,5 miliardi dai fondi strutturali per finanziare le azioni chiave come quelle per ridurre i rifiuti alimentari, lo sviluppo di norme di qualità per le materie prime secondarie al fine di aumentare la fiducia degli operatori, misure sulla progettazione ecocompatibile per promuovere la riparabilità, longevità e riciclabilità dei prodotti, oltre che l’efficienza energetica, una strategia per le materie plastiche nell’economia circolare, che affronta questioni legate a riciclabilità, biodegradabilità, presenza di sostanze pericolose nelle materie plastiche e una serie di azioni in materia di riutilizzo delle acque.
Positivo il commento di BusinessEurope, la confindustria europea, “l’approccio rinnovato è un buon passo in avanti a supporto dell’impresa”, ha dichiarato il direttore generale Markus J. Beyrer. Dello stesso parere anche le Camere di Commercio secondo cui “una legislazione Ue deve essere realizzabile per poter raggiungere i suoi obiettivi”, e quello presentato è un pacchetto “meglio bilanciato e olistico”, ha affermato il segretario generale di EuroChambres, Arnaldo Abruzzini.
Opposte le reazioni del Parlamento europeo. “Questo pacchetto ci sembra sufficientemente ambizioso, perché relativo ad un approccio globale per una vera transizione da una economia ‘usa e getta’, ad una economia circolare, dove le risorse sono usate in maniera efficace e i rifiuti minimizzati”, ha affermato Giovanni La Via (Ppe), presidente della Commissione Ambiente che ha però criticato l’abbassamento di alcuni target. “Su questo il Parlamento interverrà durante il processo legislativo per migliorare la proposta”, ha assicurato.
Critici i Verdi secondo cui “la Commissione, contrariamente a quanto promesso, non ha affatto avanzato una proposta più ambiziosa”, ma anzi ritirando la vecchia proposta e presentandone una nuova “non ha fatto altro che perdere tempo”, ha dichiarato il vicepresidente del gruppo Michèle Rivasi. Anche i liberali Alde, con il relatore ombra per l’Aula Gerben- Jan Gerbrandy, parlano di una proposta “indebolita”, che dimostrerebbe che “la Commissione europea sta fallendo a portare a termine la sua agenda su crescita e lavoro”.