Bruxelles – L’Olanda non sta lavorando a una “mini Schengen”. L’ambasciatore dei Paesi Bassi presso l’Unione europea questa mattina “precisa” quanto affermato dal suo ministro delle Finanze, e presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem la scorsa settimana a proposito di una piccola Schengan tra non più di cinque Paesi, vista l’incapacità degli altri di proteggere le frontiere dai flussi migratori.
“Non abbiamo piani per organizzare un processo verso una mini Schengen”, ha detto l’ambasciatore Pieter de Gooijer durante un incontro organizzato dall’European Policy Centre (Epc) in vista della prossima presidenza di turno dell’Unione che toccherà all’Aia nel primo semestre del prossimo anno. Il diplomatico rimarca che negli ultimi tempi sono entrati in Europa “circa un milione di migranti” e che “abbiamo delle regole per gestire i rifugiati”, ma ha anche sottolineato che “si tratta di un enorme flusso di persone che è un peso sulla nostra società”. Per de Gooijer si tratta di “una pressione enorme”, della quale il governo olandese “sta parlando con gli altri ventisette membri dell’Unione per trovare la maniera migliore di affrontare il problema, e lo stesso fanno gli altri governi a loro volta”.
L’ambasciatore ha spiegato poi che la presidenza olandese “sarà dominata da Parigi: per trovare una risposta al terrorismo, contro il quale dovremo fare più di quanto fatto in passato e per gli esiti della Conferenza sul clima Cop21, per la quale speriamo nel nostro semestre di dover iniziare ad implementare gli accordi”. Il diplomatico prevede che sugli esiti di questi incontri “il risultato si saprà solo all’ultimo momento, solo alla fine del negoziato”.
Dopo le questioni di Parigi il primo punto in agenda resta quello della crescita e dell’occupazione, ha elencato de Gooijer, seguito “dalla risposta all’aggressione russa in Crimea”. Il dibattito sulla Brexit poi impone altre priorità, come la sussidiarietà “fare in modo – ha spiegato – che le questioni possano essere affrontate al livello dove c’è maggiore efficienza”. Questo anche con l’obiettivo di “riavvicinare l’Unione ai cittadini”. Sul fronte dell’occupazione secondo l’Olanda la risposta migliore è “investire sul mercato interno e il commercio internazionale, che sono i modi più immediati per creare crescita e lavoro”. Per quanto riguarda più precisamente il negoziato con il Regno Unito il diplomatico ricorda che “idealmente dovremmo avere un confronto al Consiglio europeo di dicembre”, ma il nodo è grosso e va sciolto: “questa questione sta bloccando altri processi, e va sbloccata”. De Gooijer ritiene che dopo un accordo tra Londra e Bruxelles, “ci vorranno cinque-sei mesi per organizzare il referendum e dunque non dovrebbe avvenire durante la nostra presidenza”.