Bruxelles – Il governo belga ha agito con l’obiettivo di evitare che ci fossero attentati terroristici la scorsa settimana, quando la minaccia era molto alta, e c’è riuscito. Su Parigi invece i belgi non sono stati in gradi di utilizzare le informazioni che avevano per impedire gli attentati. E’ la spiegazione che il premier belga Charles Michel ha dato in un’intervista ad una televisione del regno circa i quattro giorni di “coprifuoco” a Bruxelles e il fisco dei servizi di sicurezza nelle indagini preventive sulle presenze di terroristi in Belgio.
“Non si possono dare informazioni che potrebbero essere usate da persone che hanno cattive intenzioni…Abbiamo agito nell’urgenza, abbiamo subito attivato il numero telefonico d’emergenza 1771 perché chiunque potesse porre domande”, ha detto il primo ministro. Michel spiega che tutte le misure di sicurezza che sono state prese “hanno permesso di gestire una situazione durante la quale non ci sono stati attentati in Belgio”. Circa la chiusura delle scuole lunedì e martedì Michel ha spiegato che “secondo le informazioni che avevamo erano possibili obiettivi i luoghi fortemente frequentati, come centri e vie commerciali, e in queste condizioni “è stato meglio fare un po’ di più”, usare qualche prudenza in più.
Sulla questione delle segnalazioni di alcune persone che abitavano in Belgio prima di compiere gli attentati, come il super ricercato Salah Abdeslam, Michel ha ammesso che “alcune persone sono state identificate da uno o l’altro dei servizi (di sicurezza, ndr) ma non abbiamo saputo utilizzare convenientemente le informazioni che avevamo a disposizione per impedire che l’evento (gli attentati di Parigi, ndr) avvenisse”. Sulla questione di servizi di intelligence il premier ha rivolto “un appello perché si crei un’agenzia europea di informazioni, una Cia europea”.