Bruxelles – I leader europei si riuniranno oggi insieme al premier della Turchia Ahmet Davutoğlu in un summit per approvare un piano d’azione comune per far fronte alla crisi dei rifugiati in atto. La riunione straordinaria è stata convocata lunedì dal presidente del Consiglio europeo, Donald Tusk, per provare a sciogliere anche i nodi più delicati dell’accordo politico trovato tra Ankara e la Commissione europea, che ha bisogno dell’ok dei Paesi membri per diventare operativo. Il giorno dopo la convocazione, l’abbattimento del caccia russo ha appesantito non poco il clima ma la macchina organizzativa si era già messa in moto e nessuno ha pensato di fermarla. La lotta al terrorismo e all’Isis, e la gestione dei flussi migratori sono due questioni strettamente legate, ma vengono affrontate in parallelo. L’Europa chiede alla Turchia di trattenere sul proprio territorio il più grande numero possibile di rifugiati provenienti dalla Siria, e in cambio offre 3 miliardi di finanziamenti per i campi profughi e una velocizzazione del processo di liberalizzazione dei visti e di quello di adesione, con l’apertura di alcuni nuovi capitoli, tra cui addirittura il 23 e il 24 che riguardano la riforma giudiziaria e i diritti fondamentali (capitolo 23) e giustizia, libertà e sicurezza (capitolo 24). Tutti punti molto delicati e che hanno quindi bisogno di una riunione al più alto livello.
Mercoledì la Commissione ha concordato il framework legale per dare seguito agli impegni contenuti nel Piano d’azione con la Turchia a cui aveva dato il via libera politico il Vertice dei capi di Stato e di governo dello scorso 15 ottobre, per fare in modo che a partire dal primo gennaio 2016 siano stanziati 3 miliardi di euro e siano utilizzati per le spese che il Paese sostiene per ospitare i profughi siriani. Ma tra alcuni Paesi sono emersi malumori sulle cifre che ogni capitale dovrà versare, calcolate sulla base del Reddito nazionale lordo. In particolare, Grecia e Cipro hanno detto apertamente di non poter pagare la loro parte.
Oggi però non ci saranno nuove discussioni sulla questione soldi, nel senso che c’è consenso sui 3 miliardi ma si vedrà poi come verranno suddivisi. Più importanti saranno le discussioni su visti e processo di adesione. Su questi due punti si capirà quanto l’Europa è disposta a concedere alla Turchia in cambio di un aiuto alla risoluzione della crisi rifugiati.