Roma – L’Italia sta “valutando possibili ulteriori forme di cooperazione” con la Francia nell’ambito delle operazioni militari contro l’Isis in Siria. Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, a margine della riunione dell’Assemblea parlamentare Nato di Firenze, nel corso della quale l’Alto rappresentante Federica Mogherini, stamane, aveva escluso una imminente operazione congiunta dell’Ue.
Gentiloni ha parlato di una “totale sintonia” con la Francia, emersa dall’incontro di ieri tra il capo dell’Eliseo Francois Hollande e il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Sintonia che però non porta automaticamente il nostro Paese ad assumere impegni militari in Siria. Per questo passaggio si prende ancora tempo, in attesa che si arrivi a un piano condiviso anche dal Cremlino. Bisogna “coinvolgere la Russia sempre di più nella coalizione antiterrorismo”, ha dichiarato infatti il ministro.
Poi, il titolare della Farnesina ha respinto la “strana idea secondo la quale l’Italia sia impegnata meno di altri Paesi” nella lotta all’Isis. “Siamo lo Stato europeo che dà il maggior contributo militare in Iraq”, ha sottolineato.
L’accusa di uno scarso impegno dell’Italia è legata a quella del rischio di isolamento del nostro Paese, dopo che il Regno unito ha stabilito di prendere parte all’intervento militare e anche la Germania ha deciso di intensificare il proprio contributo. Un rischio che non esiste secondo la presidente della Camera, Laura Bolodrini, anche lei presente a Firenze. Quella italiana “non è una posizione isolata, ma prende atto della realtà”, ha dichiarato. Si tratta di una scelta “molto saggia”, ha aggiunto, perché la risposta alla minaccia terroristica “non può essere solo militare” ma serve “una strategia politica”. Secondo Boldrini, “non si può intervenire militarmente senza avere poi la risposta su cosa succederà dopo”.