Bruxelles – Una mini Schengen dai confini più sicuri di quelli attuali. La chiede da tempo il governo olandese ed oggi lo fa il suo ministro delle Finanze, che è anche presidente dell’Eurogrupo, Jeroen Dijsselbloem, in alcune interviste a quotidiani belgi.
Alcuni Paesi stanno dicendo ‘Non è un nostro problema, è vostro. Buona fortuna’, e questo mette la nostra solidarietà sotto pressione”, ammette il ministro. Ma c’è anche il problema della sfiducia nei Paesi che hanno un confine esterno all’Ue, dal quel “possono arrivare fiumi di persone”, e “se non sorvegliamo le frontiere esterne dell’Ue a 28 o quelle dello spazio Schengen, allora potrebbe essere utile realizzare una mini-Schengen”, afferma Dijsselbloem. Il ministro ammette poi di non sentirsi “ottimista sulla sopravvivenza dell’accordo di Schengen in questo momento. Sono molto preoccupato”.
Italia e Grecia non sono comprese nel progetto olandese, che include solo, oltre ai Paesi Bassi, gli altri Paesi che “stanno portando il maggior carico della crisi, accogliendo il più alto numero di rifugiati”, e cita Germania, Austria, Belgio e Svezia, una sorta di fortezza al centro dell’Europa. “In certi Paesi i rifugiati non hanno un tetto e non ricevono aiuto. In Olanda gli offriamo cibo, un domicilio sicuro e scuola per i figli. I nostri standard sono elevati e vogliamo che restino tali”.
Dijsselbloem concede che “dobbiamo investire tutti assieme nella sorveglianza delle frontiere e nel sostegno dei rifugiati in Turchia e Libano”, ma, sottolinea, “se questo non è possibile, dobbiamo organizzarci in un gruppo più piccolo”.
AGGIORNAMENTO
Qualche giorno dopo, questo lunedì mattina, l’ambasciatore olandese presso l’Unione europea Pier de Gooijer, parlando a un evento dell’ Europea Policy Centre ha spiegato che sì, la crisi dei rifugiati “crea alcuni problemi”, che tutte queste presenze “sono un peso sulla società”, e che tutti gli Stati, Olanda compresa “guardano a cosa fanno gli altri”, ma al momento all’Aia “non c’è alcun piano per una mini Schengen”.