Roma – “La reazione” militare agli attentati di Parigi è “assolutamente necessaria”, ma l’Italia continua a spingere sulla diplomazia prima di assumere impegni militari in Siria. È quanto emerge dall’incontro di oggi all’Eliseo tra il presidente francese, Francois Hollande, e il premier italiano Matteo Renzi. I due hanno concordato sulla necessità di “distruggere l’Isis” e sul fatto che serva una coalizione ampia per farlo. Il riferimento è all’inclusione di Mosca nella “strategia comune” invocata da Hollande, il quale proprio stasera si recherà a Mosca per discuterne con il collega russo Vladimir Putin.
Hollande cercherà un punto d’incontro con il Cremlino. Tuttavia, pur affidando al “processo di Vienna” – l’iniziativa diplomatica che ha portato al tavolo i principali attori sulla vicenda siriana – il compito trovare una soluzione, continua a insistere sul punto della discordia con Mosca: serve “una transizione politica in Siria, con elezioni che necessariamente porteranno all’allontanamento di Bashar al Assad”. Difficile che il capo dell’Eliseo riesca a strappare il sì di Putin su questo, ma forse riuscirà a trovare un accordo sulla conduzione dell’azione militare condivisa contro l’Isis.
La certezza è che l’Italia non vuole impegnarsi militarmente in un piano che non sia condiviso da Mosca. Lo ha lasciato intendere Renzi, in modo chiaro, sottolineando che “siamo impegnati a livello militare in molte realtà”, come le missioni in Iraq, Afghanistan, Somalia, Kosovo. “Però pensiamo sia necessario uno sforzo sempre più inclusivo e una coalizione sempre più ampia” per “dare una risposta che porti alla distruzione dell’Isis”, ha precisato.
L’impegno rimane dunque sul campo diplomatico, lo stesso sul quale l’Italia lavora per la soluzione all’altra crisi, quella libica, che per Renzi “deve essere una priorità altrimenti rischiamo di avere una nuova emergenza”. Bisogna ottenere la firma dell’accordo tra le parti, ha aggiunto Hollande, per avere “un governo di unità nazionale e mettere in sicurezza il Paese impedendo all’Isis di insediarsi e svilupparsi” anche lì.
Oltre alle azioni esterne, il contrasto della minaccia terroristica richiede di agire anche sul versante interno, concordano Renzi e Hollande. Entrambi hanno indicato la strada della maggiore cooperazione tra i Paesi dell’Ue per garantire maggiore sicurezza. Il francese ha sottolineato l’importanza delle “decisioni prese dai ministri degli Interni sul Pnr, sulla vigilanza delle frontiere esterne, sul contrasto al traffico di armi e sulla cyber security”. Più tardi, intervenendo alla Sorbona, l’inquilino di Palazzo Chigi ha ribadito che serve “una maggiore collaborazione tra intelligence e polizie europee, anche se il prezzo da pagare è percepito da alcuni come un sacrificio della propria sovranità nazionale”. Secondo il premier è “giunto il momento di accettare questo sacrificio”.
I due leader hanno discusso anche di immigrazione. Hanno concordato sull’importanza di chiudere “un accordo globale con la Turchia” per la gestione dei profughi. Per Renzi servirà alla “realizzazione di un diverso modello di accoglienza nei confronti dei richiedenti asilo”. Hollande è convinto sia indispensabile “per garantire la sicurezza di tutti i confini e per accogliere i profughi vicino al loro paese d’origine, senza che debbano arrivare in Europa”. Il francese ha poi aggiunto che bisogna “anche rafforzare gli hotspot, in modo da poter garantire il controllo dei nostri confini esterni ovunque”.