Roma – La Gran Bretagna considera l’Italia “un partner cruciale” nel rinegoziato sulle condizioni di adesione all’Ue: lo ha oggi detto a Roma il ministro degli Esteri britannico Philp Hammond, che ha illustrato attese e priorità del governo di Londra nella discussione con le istituzioni di Bruxelles sul tema della Brexit.
Oggi Hammond s’è rivolto a un pubblico di diplomatici, esperti e giornalisti a Roma, in un incontro organizzato dall’ambasciata britannica e dall’Istituto Affari Internazionali, lo IAI.
Nel suo discorso, Hammond ha osservato che Italia e Gran Bretagna possono lavorare insieme perché condividono la visione di un’Europa che non ha paura di affrontare la sfida globale. Il ministro ha espresso “ammirazione” per le riforme del governo Renzi, da cui ha mutuato la formula “un’Europa migliore, non più Europa”.
Sui temi del rinegoziato, Hammond ha messo a fuoco quattro priorità: competitività, governance economica e rapporto tra Eurozona e Ue, riduzione del gap tra Unione e cittadini ed ’emergenza migrazioni’.
Il ministro ha spiegato che la Gran Bretagna vuole che il rinegoziato si concluda con un protocollo, o con altro accordo giuridicamente valido a livello internazionale, prima del referendum “Brexit” sull’uscita o meno dall’Ue, che dovrebbe svolgersi nel 2017. L’accordo raggiunto prima del referendum dovrà poi essere integrato nei Trattati dell’Unione. “Non ci piace – ha ironizzato Hammond – sentirci dire che è impossibile modificare i Trattati, dopo che negli ultimi 25 anni l’Unione europea non ha fatto altro che modificare i Trattati”.
Il discorso è stato seguito da un dibattito, introdotto dal direttore dello IAI Ettore Greco e dal ricercatore Riccardo Alcaro, autore di un studio sulla posizione e gli interessi italiani rispetto al ‘Brexit’.
Ettore Greco ha affermato che non si può accettare una Europa à la carte senza obiettivi condivisi e un coerente assetto istituzionale. Abbiamo bisogno di un’Unione ben funzionante che consenta legami più stretti di cooperazione e solidarietà in vari settori, tra cui in particolare la governance economica, l’immigrazione e la sicurezza interna. L’introduzione di deroghe ai principi fondanti dell’Ue rischia di risultare non solo discriminatoria ma anche impraticabile.
Riccardo Alcaro, ha suggerito che il Governo italiano sia di supporto alla maggior parte delle proposte britanniche relative alla competitività, pragmatico riguardo il principio di ‘sovranità’, costruttivo ma cauto sulla governance economica, e fermo sull’immigrazione, pur tenendo conto delle preoccupazioni britanniche al riguardo.