Bruxelles – Il progetto di ampliamento del Nord Stream, il gasdotto che collega la Russia direttamente con la Germania attraverso il mar Baltico, non piace all’Unione europea. Questo progetto “sarà valutato attentamente”, per valutare che rispetti le regole comunitarie, e “non avrà accesso a fondi europei”, ha assicurato il vicepresidente all’Unione energetica, Maroš Šefčovič, in un intervento al parlamento europeo. Per l’Europa, ha spiegato, l’Ucraina rimane “una importante rotta di transito”, ed è nell’interesse di tutti che rimanga tale.
Questa estate Gazprom ha annunciato un piano per la costruzione di due rami aggiuntivi per il Nord Stream, il 3 e il 4, in un progetto congiunto con E.ON, Shell e OMV, per un costo stimato di 9,9 miliardi di euro. La costruzione del gasdotto da 1.224 chilometri è stata lanciata nel mese di aprile 2010. Due rami del gasdotto sono operativi dal 2011 e il 2012, e permettono l’erogazione ogni anno di 55 miliardi di metri cubi di gas. Queste nuove tubature aumenteranno la capacità di invio del gas Russo e la paura dell’Europa è che la rotta Ucraina, viste anche le relazioni ormai sempre più difficili tra Mosca e Kiev, perda di importanza.
“Prendiamo nota del piano di alcune compagnie di creare altre tubature per collegare Russia e Germania attraverso il mar Baltico”, ma “questi gasdotti devono essere completamente in regola con le leggi dell’Ue”, ha affermato Šefčovič secondo cui “questi progetti non daranno accesso a nuove risorse o a incrementare le capacità di trasmissione dalla Russia all’Ue”. Bruxelles, ha spiegato il vicepresidente, supporterà “solo progetti infrastrutturali in linea con i principi chiave dell’unione energetica, inclusa la strategia sulla sicurezza energetica”, secondo cui “diversificare le fonti e le rotte dell’approvvigionamento è cruciale”. Inoltre “l’Ucraina ha provato l’inverno scorso di essere un partner affidabile per il transito del gas russo”, ed è “è nell’interesse di tutte parti che Ucraina rimanga importante paese di transito”, una cosa che “deve essere vista come priorità non solo per la Commissione ma per tuta l’Unione energetica”, ha concluso Sefcovic.