Bruxelles – Il nostro difficile weekend a Bruxelles è iniziato male già il venerdì, con il furto della macchinetta per il caffè, nella cucina comune del nostro palazzo di giornalisti. Le guardie di sicurezza ci hanno promesso che guarderanno i filmanti della telecamera di sorveglianza, speriamo che trovino qualcosa. Ma abbiamo il dubbio che abbiano altri pensieri al momento, e dunque oggi ho rubato un po’ di caffè dalla macchina “americana” dei colleghi spagnoli.
Il problema, ora, in questa Bruxelles blindata contro l’Isis, sono i figli. Non per quello che gli si racconta, ogni genitore sa regolarsi a seconda delle età e delle sensibilità, ma perché stanno diventando, almeno i miei, delle belve. Delle piccole (deliziose) fiere chiuse in casa da due giorni, per il freddo, la pioggia e la caccia ai terroristi. Hanno chiuso tutto: scuole, palestre, piscine, cinema, parchi gioco. Niente gruppi Scout, niente partitelle della domenica. Mio figlio “medio”, quello di 12 anni, per fare qualcosa questa mattina senza scuola è venuto con me dal gommista a mettere le ruote invernali. Alle 07.30, con un freddo terribile e al buio. Ne ha anche approfittato per farsi offrire una colazione da McDonald, unico locale aperto a Bruxelles, almeno, nel mio quartiere, a quell’ora.
Due giorni a casa, e con oggi tre, per dei bambini sono una vera gogna. Non possono correre, gridare, fare un po’ di casino e sfogare le energie che hanno. E poi l’organizzazione familiare si stravolge, bisogna restare a casa per stare con loro. Poco male, tutto sommato: l’ufficio di mia moglie oggi è chiuso, lavorerà da casa, come migliaia di altre persone, invitate a farlo dalle loro aziende, e anche dalla Commissione europea.
Al lavoro ci sono andato a piedi, 40 minuti di passeggiata. Tanto sono a dieta, mi fa anche bene. Nel mezzo sono pure riuscito a fare una commissione che rinviavo da tempo. Le strade sono quasi vuote, non ci sono ingorghi (in città), molti uffici, pubblici e privati, sono chiusi, si fa presto, non ci sono file a nessuno sportello. C’è anche un bel sole, anche se fa molto freddo, appena qualche grado sopra lo zero stamane.
Certo di militari con i mitra se ne vedono tanti, fuori dai centri commerciali, anche quelli piccoli. Mezzi blindati e non stazionano sui marciapiedi e dunque spesso bisogna camminare sulla strada. La metro è ferma, ma autobus e tram circolano. Non mi sono fidato lo stesso, per questo son venuto a piedi, e così ho consigliato di fare ai miei colleghi. Per entrare nella nostra redazione ora bisogna superare un cancello con una guardia che ci identifica e poi un’altra guardia è alla porta che controlla di nuovo, per sicurezza.
Ieri sera avevamo sperato che tutto questo finisse, ma il ministro degli Interni ha bloccato ogni entusiasmo: “Non è finita”, ha detto. Dopo due giorni di operazioni hanno fermato 16 persone (oggi si deciderà se trasformare i fermi in arresti). Ma non hanno trovato, dicono, né armi né esplosivi. Dunque manca qualcosa di importante in questa caccia, se Bruxelles è la Santa Barbara del terrorismo qualcosa bisogna trovare. Ci siamo fatti teorie di ogni tipo dopo la conferenza stampa della Procura di questa notte: l’operazione è stata un mezzo fallimento? Un mezzo successo? E’ stata una mossa strategica per far credere qualcosa ai terroristi ancora in fuga? Lo sapremo solo alla fine. Quando?