Bruxelles – Il Parlamento della Grecia ha approvato le riforme concordate con i creditori per l’esborso di una tranche da 2 miliardi e il futuro sblocco dei 10 miliardi, parte dei quali potranno essere utilizzati per la ricapitalizzazione delle banche. L’approvazione del pacchetto, passato in Aula con una maggioranza di 153 voti a favore e 137 contrari (su 300 seggi), non è stata però del tutto indolore per il governo di Syriza e per Alexis Tsipras in particolare. Due deputati Stathis Panagoulis del partito del premier e Nikos Nikolopoulos, degli alleati Greci Indipendenti, si sono opposti, il primo astenendosi e il secondo votando no. Entrambi sono stati espulsi dai rispettivi gruppi parlamentari. Ma soprattutto questo voto ha causato le dimissioni da deputato di Gavriil Sakellaridis, portavoce del governo nella passata legislatura e personale amico di Tsipras. Sakellaridis, che è stato subito sostituto dal viceministro alle Riforme Christoforos Vernardakis, ha spiegato di aver preferito lasciare piuttosto che continuare a sostenere il nuovo Memorandum. Sakellaridis aveva espresso negli scorsi giorni la sua contrarietà all’accordo, per questo ieri Tsipras lo aveva chiamato chiedendogli di dimettersi. L’ormai ex deputato, molto popolare tra i sostenitori del partito, al contrario di quanto affermato da alcuni giornali locali, sembra non sia però intenzionato a sostenere un’ulteriore scissione o ad abbandonare Syriza. A quanto pare la sua intenzione sarebbe quella di rimanere nella formazione di sinistra ma mantenendo da oggi in poi un profilo più basso.
Tra le riforme votate oggi, oltre al tanto discusso abbassamento delle protezioni dal pignoramento per la casa di residenza, una tassa sul vino di 20 centesimi per ogni litro di vino, una misura che pure ha scatenato un forte dibattito e che è stata scelta per evitare di dover alzare l’Iva sull’educazione al 23%. La tassa non riguarderà né le esportazioni né le importazioni.