Bruxelles – Al referendum sulla Brexit dovebbero votare anche i ragazzi a partire dai 16 anni. È quanto chiede la Camera dei Lord della Gran Bretagna che ha approvato ieri con 293 voti a favore e 211 contrari la richiesta di allargare il diritto di voto anche a 16enni e 17enni. Alla misura misura è però contrario il governo conservatore di David Cameron. “Il Parlamento ha già votato tre volte negli ultimi mesi contro l’abbassamento dell’età sotto i 18 anni e il governo riaffermerà questa chiara posizione quando la proposta di legge tornerà alla Camera eletta”, ovvero quella dei comuni, ha commentato il sottosegretario di Stato John Penrose.
Hilary Benn, ministro degli Esteri ombra del partito laburista ha affermato che “i giovani adulti dovrebbero essere in grado di dire la loro nel referendum europeo” sulla Brexit, perché “dopo tutto riguarda il loro futuro”. Il liberale Tim Farron, ha definito il voto “una vittoria per la democrazia”, perché la cosa permetterebbe di dare “a più di un milione di persone una voce sul loro futuro”, persone a cui, chiede, “David Cameron non può voltare le spalle”. Di parere opposto gli euroscettici dell’Ukip, i più favorevoli alla Brexit. “I giovani in Gran Bretagna non sono sciocchi, ma quelli al di sotto dei 18 anni non devono pagare le tasse, pur essendo soggetto a enormi quantità di propaganda pro-Ue propaganda nelle scuole”, ha affermato Joe Jenkins, capo dell’ala giovanile del partito.
L’abbassamento dell’età minima degli elettori per il referendum sulla Brexit non sarebbe una novità assoluta visto che era già stato deciso per il referendum scozzese dello scorso anno.