Roma – Contro l’Isis in Siria “ci vuole una reazione, ma non basta. Serve una strategia che guardi al breve, al medio e al lungo periodo”. Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, giustifica i raid francesi su Raqqa – considerata la capitale dell’autoproclamato Stato islamico e bombardata anche dalla Russia – come risposta agli attentati di Parigi, ma esclude nell’immediato un intervento del nostro Paese.
Anche se il Consiglio europeo in formato Difesa ha accordato alla Francia l’assistenza militare prevista dai trattati in caso di aggressione a uno Stato membro, e dunque anche il nostro Paese darà il suo contributo, la forma non sarà quella di un intervento diretto. L’Italia, spiega, agirà “con saggezza ed equilibrio”, puntando sul “soft power” perché “vogliamo tenere unita l’Europa” ma “vogliamo coinvolgere anche la Russia”.
Il capo dell’esecutivo respinge al mittente le accuse di quelli che “dicono che siamo prudenti. Noi siamo determinati, solo che agire d’impulso porta a una Libia bis e non ce la possiamo permettere”. Dunque, confermata la linea dell’attesa e del lavoro diplomatico per cercare un accordo della comunità internazionale sulla transizione siriana, in modo da non lasciare il Paese nello stesso caos libico del dopo Gheddafi.
“Il nostro riferimento sono gli Usa”, indica il premier, ma non si può pensare di agire in disaccordo con la Russia, un “Paese cruciale per la stabilità del mondo”. Secondo Renzi “possiamo fidarci di Putin, anche se questo “non vuol dire appaltare la soluzione” della crisi siriana al Cremlino, precisa.
L’inquilino di Palazzo Chigi si rivolge poi ai partner europei, soprattutto a quelli ex sovietici o che sono stati sotto l’influenza dell’Urss. “Capisco che portano sulla loro pelle le cicatrici del passato, ma nessuno può pensare di costruire l’identità europea contro il nostro vicino più grande. Costruire l’identità europea contro la Russia è un’assurdità”, ammonisce.
Un altro messaggio rivolto tanto ad alcuni colleghi dell’Ue quanto a una parte dell’opposizione italiana riguarda la chiusura delle frontiere. “Se dici ‘chiudiamo le frontiere’, come alcuni hanno fatto in questi giorni, dovresti dire che lo fai per tenere dentro gli assassini, perché nella stragrande maggioranza dei casi questi sono nati e cresciuti in Europa”. Il problema, secondo Renzi, è quindi che “la minaccia viene da dentro”, per questo non basta la reazione ma è necessario “vincere la sfida culturale” contro il terrorismo.