Bruxelles – Ancora una volta, all’indomani di un attentato del terrorismo islamico in Europa, è il quartiere di Molenbeek, nella città di Bruxelles, che emerge nelle cronache come una delle basi di preparazione e di partenza di almeno una parte dei terroristi. In una casa di questo sobborgo a pochi passi dalla turistica Grand Place sarebbero stati progettati gli attentati che hanno ucciso 129 persone, qui all’indomani degli attentati di Parigi sette persone sono state fermate per sospetti legami con gli attacchi e sono stati arrestati i due presunti artificieri delle stragi di Parigi: Mohamed Amri, 27 anni e Hamza Attou, 21, incensurato, che avrebbero confezionato le cinture esplosive dei kamikaze. In entrambe le abitazioni è stato trovato nitrato di ammonio. A Bruxelles, ma non a Molenbeek bensì nei pressi dello stadio Re Baldovino (dove stasera si sarebbe dovuta disputare la partita Belgio-Spagna annullata proprio per l’allerta terrorismo) si è fatto riaccompagnare l’unico attentatore sopravvissuto agli attacchi, Salah Abdeslam.
I legami tra gli attentati di matrice islamica e Molenbeek emergono sistematicamente, come ricorda il quotidiano belga Le Soir, fin dall’assassinio, il 9 settembre 2001 in Afghanistan, del comandante Massoud, il “Leone del Panjshir”, che guidava la guerriglia contro i talebani. L’assassino, Abdessatar Dahmane, aveva frequentato a lungo il centro islamico belga di Molenbeek, così come Hassan El Haski, considerato il pianificatore degli attentati di Casablanca nel 2003 e di Madrid nel 2004. Più recentemente, Mehdi Nemouche, l’autore dell’attacco contro il museo ebraico di Bruxelles (maggio 2014), aveva affittato una stanza per tre mesi a Molenbeek prima dell’attentato. Non solo: le armi utilizzate per gli attentati contro Charlie Hebdo nel gennaio scorso sarebbero state comprate proprio a Molenbeek, oltre che nella cittadina belga di Charleroi. Inoltre, da Molenbeek veniva uno dei membri della cellula terrorista di Verviers, nei pressi di Bruxelles, smantellata nel gennaio 2015.
Molenbeek è una Municipalità 96mila abitanti a forte densità di popolazione immigrata (non solo di origine nordafricana, ma anche italiana). L’età media è di 34 anni e 10 mesi, tre anni in meno della media della regione di Bruxelles-capitale, mentre il tasso di disoccupazione è molto più elevato rispetto alla media del resto della città: nel 2012 era del 30,7% contro il 22,5% di Bruxelles e per i giovani saliva fino al 41,6%, sei punti in più della media. In questa situazione, dove la marginalizzazione dei giovani immigrati è la regola, trovano terreno fertile la propaganda jihadista e la radicalizzazione delle nuove generazioni. Non solo attraverso i centri islamici e le moschee (ce ne sono venti su un totale di 80 in tutta la regione), ma anche attraverso i contatti personali nella vita di strada e di quartiere.