Bruxelles – Gli Stati Ue devono incrementare le proprie spese militari nell’ambito di una maggiore cooperazione con la Nato nella lotta al terrorismo. Secondo Jens Stoltenberg, Segretario generale dell’Alleanza atlantica, che ha parlato nel corso della conferenza annuale dell’Eda a Bruxelles tre giorni dopo i fatti di Parigi, questo è uno degli elementi chiave della strategia che Unione europea e Nato devono adottare per fronteggiare le nuove minacce (di cui il terrorismo costituisce solo un aspetto). “Investire nella difesa è fondamentale” ha spiegato Stoltenberg “è qualcosa che dobbiamo fare e dobbiamo farlo in un quadro transatlantico”. Alcuni paesi Ue, ha dichiarato, “hanno già aumentato il proprio budget: Estonia e Polonia che hanno raggiunto una spesa della difesa del 2%, Francia che ha quasi raggiunto il 2% e Germania che ci sta lavorando”.
Avere un forte “apparato militare”, ha continuato Stoltenberg, è cruciale nella “risposta” alle nuove minacce che provengono da sud, che si concretizzano non in una lotta “contro il mondo arabo, dato che i musulmani stessi sono in prima linea contro l’ISIS” ma “fra diversi estremismi”. Tale guerra, secondo il segretario generale, è particolarmente insidiosa perché “ibrida”, fatta cioè sia di elementi legati alla guerra tradizionale che all’utilizzo di terrorismo e modalità più “soft”, quali l’uso dei social network. Necessita quindi di una risposta “multisfaccettata” nella quale la componente militare ha molta importanza.
In tale scenario, spiega il Segretario Nato, “l’autonomia europea è importante”, ma la cooperazione tra Unione europea e Nato è fondamentale dal momento che sono “partner naturali” e interconnessi, fronteggiano “le stesse sfide”, oltre al fatto che “22 stati dell’Ue e i 9/10 dei cittadini appartengono sia all’Ue che all’Alleanza atlantica”. Oltre all’aumento delle spese militari, il Segretario dell’Alleanza atlantica suggerisce che la cooperazione si sviluppi anche in altri campi, quali l’elaborazione di una risposta comune a una minaccia ibrida (tramite consapevolezza situazionale, preparazione civile e resilienza, cyber defence, comunicazioni strategiche e training ed esercitazioni congiunte) e aiutando gli stati vicini a “sviluppare la propria capacità militare”, ha concluso Stoltenberg.