Roma – Di fronte agli attentati di Parigi, cresce la consapevolezza che “non esiste un livello zero di rischio” in materia di terrorismo, per nessun Paese, ma che “si può intervenire sul suo coefficiente per ridurlo”. Lo ha indicato il ministro degli Interni, Angelino Alfano, nell’informativa del governo al Parlamento sui tragici eventi di venerdì sera. Prima di lui, il titolare degli Esteri Paolo Gentiloni, aveva dichiarato che “ci sentiamo colpiti con i nostri fratelli francesi e reagiremo insieme a loro”.
Alfano ha provato a ridurre i naturali timori dell’opinione pubblica – preoccupata anche anche in vista dell’imminente inizio del giubileo straordinario voluto da Papa Francesco – elencando una serie di misure prese dall’esecutivo, tra le quali l’innalzamento dei livelli di allerta e l’assegnazione anticipata di “un nucleo aggiuntivo di mille uomini delle forze armate a Roma, inizialmente prevista” proprio per l’evento giubilare.
A destare perplessità, invece, sono state le parole di Gentiloni. Da un lato il ministro ha confermato la “necessità di una transizione politica in Siria”, da perseguire con il dialogo che si è intavolato sabato a Vienna. “Serve allontanare Assad (l’attuale presidente siriano, ndr) senza che il vuoto venga riempito da Daesh” (acronimo arabo per Isis), spiega, aggiungendo che in questo “la Russia può contribuire” in modo determinante, come del resto ha sottolineato il presidente del Consiglio Matteo Renzi al G20 di Antalya, in Turchia.
Dall’altro lato, però, Gentiloni torna a ripetere più volte che “reagiremo insieme con la Francia”, la quale, se attorno al tavolo dialoga, fuori dal tavolo sta conducendo raid aerei in Siria come risposta all’aggressione ricevuta dall’Isis, e chiama l’Ue a sostenerne l’impegno. Altrettanto ambiguo è l’appello del ministro fatto davanti all’Aula di Montecitorio, quando ha sottolineato che “stiamo già facendo tanto” nel contrasto al terrorismo in Iraq, ma “dobbiamo fare ancora di più” e per questo serve un impegno unitario “di governo e Parlamento, di maggioranza e opposizione”. Se questo voglia dire la partecipazione dell’Italia alle azioni militari in Siria, Gentiloni non lo ha specificato. Saranno i prossimi giorni a dare una risposta.