Bruxelles – Francois Hollande chiama a raccolta l’Unione europea nella lotta al terrorismo dopo gli attacchi a Parigi di venerdì scorso. Il presidente francese, parlando davanti alle Camere riunite, ha annunciato di aver chiesto “al ministro della Difesa di rivolgersi da domani ai suoi colleghi europei in base all’articolo 42.7 del trattato dell’Unione che prevede che quando uno Stato è aggredito tutti gli Stati membri devono dargli solidarietà di fronte all’aggressione”. “Il nemico non è un nemico della Francia, è un nemico dell’Europa. L’Europa non può vivere nella convinzione che le crisi che la circondano non abbiano effetto su di lei”, ha affermato Hollande. L’articolo 42,7 afferma che “se uno Stato membro è vittima di una aggressione armata sul suo territorio, gli altri Stati membri hanno nei suoi confronti un obbligo di aiuto e assistenza con tutti i mezzi in loro potere, conformemente all’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite”.
“La Francia è in guerra”, ha detto chiaramente il presidente annunciando che la Francia “intensificherà gli attacchi in Siria” e che “ci saranno 5mila gendarmi e poliziotti supplementari che saranno creati, istituiti nei prossimi anni per portare il totale di una creazione di posti di lavoro nel campo della sicurezza a 10mila persone”. Il presidente francese ha poi riferito che “il ministero della Giustizia disporrà di 2.150 posti supplementari per l’amministrazione penitenziaria, per i servizi giudiziari. Non dimentico neanche l’amministrazione che dovrà essere rafforzata con ulteriori mille posti affinché possiamo garantire il controllo delle frontiere”. Mercoledì verrà poi presentato un progetto di legge per prolungare lo stato d’emergenza a 3 mesi e “adattarlo alle tecnologie e alla minacce con le quali ci confrontiamo oggi”.
Hollande incontrerà nei prossimi giorni i presidenti di Stati Uniti e Russia, Barack Obama e Vladimir Putin, per discutere del coordinamento degli sforzi per distruggere l’Isis.
Per quanto riguarda la Francia ha parlato della necessità di modificare anche la Costitutuzione per fare fronte alle nuove minacce poste al Paese. C’è bisogno di un “regime costituzionale in grado di gestire la lotta a questo nemico”, ha continuato Hollande chiedendo la modifica dell’articolo 36, quello sullo stato d’emergenza, senza per questo considerare il trasferimento dei poteri all’autorità militare. Così facendo Hollande ha ripreso una proposta già avanzata dall’ex primo ministro Edouard Balladur. “Si tratta di poter disporre di uno strumento appropriato su cui basare l’adozione di misure eccezionali, per un certo periodo di tempo, senza passare attraverso lo stato di assedio né rinnegare le libertà pubbliche”, ha detto. “Ho molto riflettuto su questa questione, ritengo in coscienza che dobbiamo fare evolvere la nostra costituzione per consentire ai poteri pubblici di agire conformemente allo stato di diritto contro il terrorismo di guerra”, ha affermato.
Parlando dei rifugiati Hollande ha dichiarato che “è necessario che l’Europa accolga con dignità chi rientra nel diritto d’asilo, ma rimandi nel suo Paese chi non lo ha».
La Francia è stata “la prima a mettere in guardia, e a fare in modo che i Paesi confrontati all’afflusso dei rifugiati fossero aiutati. Se l’Europa non controlla le sue frontiere esterne, è il ritorno delle frontiere nazionali, quando non sono i muri e il filo spinato ad essere annunciati” ha aggiunto.
Al popoli francese ha infine detto che “la Francia deve restare sé stessa”. “Continuate a uscire, continuate a vivere”, ha chiesto.