Bruxelles – Blitz della polizia questa mattina a Bruxelles, nello specifico a Molenbeek, quartiere a forte presenza islamica, dove nel fine settimana sono già state arrestate sette persone e che era stato al centro di una vasta operazione antiterrorismo lo scorso gennaio. La polizia era alla ricerca di Salah Abdeslam, fratello di uno degli attentatori di Parigi, che che però è sfuggito alla cattura. L’operazione è stata portata avanti da circa un centinaio di poliziotti, tra cui le unità speciali, che hanno circondato una palazzina in rue Delaunoy, la strada della moschea Al Khalil, e vicino alla quale c’è anche un’altra moschea, Attadamoun, e hanno intimato a tutti gli abitanti dell’edificio di uscire con le mani alzate prima di entrare con la forza. Diversi colpi sono stati sentiti durante il blitz ma non si è trattato di colpi di fucile bensì petardi lanciati per far evacuare il perimetro. Una sola persona è stata fermata durante l’operazione per poi essere rilasciata non trattandosi del sospetto. Questa operazione si inscrive “nel quadro delle perquisizioni in atto da sabato sul territorio del Comune di Molenbeek collegati agli attentati di Parigi”, ha spiegato il sindaco Françoise Schepmans parlando con la tv Rtl.
Suspect taken away by police at #Molenbeek raid, in Brussels. pic.twitter.com/JcdhkxcyJB
— Sándor Zsíros (@EuroSandor) November 16, 2015
In un’altra zona della città, in rue Joseph II, c’è stato invece un allarme bomba in seguito al ritrovamento di una vettura sospetta, con targa francese e contenente una valigetta. La strada è stata immediatamente evacuata e a tutte le persone presente negli edifici in prossimità dell’auto è stato intimato di non uscire in strada. Gli artificieri sono arrivati sul posto e sono intervenuti prontamente per scoprire però che si trattava di un falso allarme.
Il ministro degli esteri belga, Didier Reynders, ha promesso “più azioni” a Molenbeek, quartiere di Bruxelles in cui in passato sono stati scoperti diversi foreign fighters provenienti dalla Siria, e ha auspicato “sempre maggiore scambio di intelligence” tra i paesi europeo considerandolo “l’unico modo per trovare gente con un così alto livello di radicalizzazione”. Parlando prima del Consiglio esteri a Bruxelles, Reynders ha ricorda che “il primo attacco terroristico commesso da foreign fighters è stato commesso al Museo Ebraico a Bruxelles lo scorso anno”, quando furono uccise . “Sappiamo che ci sono rischi, ma abbiamo una buona collaborazione con la Francia per le inchieste, ma proviamo ad andare oltre e nella discussione con i colleghi sappiamo che la soluzione politica da trovare non è qui, ma in Siria ed in Iraq”, ha aggiunto il ministro.