Bruxelles – La complicata questione di Uber, il “taxi” gestito attraverso una piattaforma online, ha spinto la Commissione europea a capire bene come funziona la legislazione nei 28 stati membri circa il trasporto urbano delle persone. Per farlo, attraverso una gara pubblica, è stato scelto lo studio legale italiano Grimaldi, che studierà le norme del Paesi membri sul funzionamento dei trasporti urbani, dai mezzi tradizionali come i taxi alla nuova generazione “on line”, come Uber, il carsharing e Blablacar.
Lo studio, oltre a mettere a punto una panoramica sulla legislazione, dovrà anche fornire alla Commissione europea consigli per eventuali interventi legislativi comunitari. Il lavoro dello Studio Grimaldi dovrà concludersi nei primi mesi del 2016.
Francesco Sciaudone (partner) e Simona Frazzani (responsabile dell’Ufficio di Bruxelles) sono i due responsabili dello studio Grimaldi, e spiegano come “l’innovazione che deriva dall’applicazione della sharing economy e delle nuove tecnologie alla mobilità urbana e il loro impatto su attività più tradizionali come taxi e trasporto pubblico richiedono un’attenta analisi giudica perché si tratta di fenomeni che incidono e incideranno sempre più sulla vita quotidiana di un numero assai elevato di persone”.
Fino ad oggi ogni Paese si è regolato a suo piacere su questa materia, con ad esempio il servizio di Uber proibito in alcuni Stati e libero in altri. Due aspetti centrali di questo fenomeno che dovranno essere chiariti sono l’aspetto assicurativo dei passeggeri e quello della applicabilità dell’imposizione fiscale verso i prestatori di alcuni di questi servizi.