Roma – “Cosa succederebbe se quei 2,2 milioni di rifugiati” siriani, attualmente ospitati in Turchia, “si mettessero in marcia verso l’Europa?”. Se lo chiede il presidente turco, Recep Tayyip Erdogan, in una intervista alla Cnn in cui torna a sventolare la minaccia di un via libera a un gigantesco flusso di migranti verso l’Ue, accusata di aver “chiuso le porte” a chi scappa dal conflitto in Siria. Così, prosegue, “lasciate che anneghino nell’Egeo e nel Mediterraneo”.
Il riferimento, pur non esplicito, è al recente ripensamento tedesco sull’accoglienza dei siriani, con la decisione di tornare ad applicare il regolamento di Dublino per tutti i richiedenti asilo, senza alcuna distinzione di nazionalità, e, più indirettamente, alle ulteriori misure restrittive sui controlli alle frontiere, con la temporanea sospensione del trattato di Schengen, adottata da alcuni Paesi tra i quali la Svezia è solo l’ultima dopo Austria, Germania e Slovenia.
Erdogan chiede la creazione di una fascia di sicurezza in Siria, dove i rifugiati possano essere sistemati in campi profughi senza dover attraversare la frontiera. Oggi i Paesi alleati “dicono di no, ma domani daranno tutti il loro assenso”, assicura il presidente turco. “Altrimenti – ammonisce – abbiamo un piano B e un piano C che siamo pronti ad attuare se necessario”. Il leader di Ankara non fornisce ulteriori dettagli su queste soluzioni alternative, ma l’allusione alla marcia di 2,2 milioni di profughi verso l’Unione europea dovrebbe bastare a far drizzare i capelli a tutti gli Stati membri.
Per la creazione della fascia di sicurezza, in ogni caso, servirà anche il consenso degli altri attori internazionali, tra cui la Russia e gli Stati uniti. Ma intanto Erdogan prova a tirare dalla propria parte i Paesi Ue, convinto che possano far valere il loro peso quando si discuterà la questione. Per sapere come andrà a finire non si dovrà attendere troppo, visto che il presidente turco ha annunciato che l’argomento verrà trattato nel prossimo summit del G20 in programma il 15 e 16 novembre ad Antalya, proprio in Turchia.