Bruxelles – E’ “improbabile” che l’erbicida più usato al mondo, il Glifosato (principio attivo del “Roundup” di Monsanto), “ponga un rischio di cancerogenicità per l’uomo”. Lo ha stabilito l’Autorità europea per la Sicurezza alimentare di Parma (Efsa), in un rapporto pubblicato oggi e molto atteso per le conseguenze che avrà sul rinnovo dell’autorizzazione del Glifosato da parte dell’Ue, attesa nei prossimi mesi e a questo punto più che probabile.Il responso dell’Efsa contraddice clamorosamente le conclusioni di segno opposto che aveva raggiunto nel marzo scorso lo Iarc (International Agency for Research on Cancer), che lavora per l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), e che aveva definito il Glifosato “probabilmente cancerogeno per l’uomo”. Nella sua valutazione, l’Efsa, su richiesta della Commissione europea, ha preso in conto anche il rapporto dello Iarc, e lo ha esplicitamente sconfessato.Secondo quanto ha spiegato, durante una conferenza stampa oggi a Bruxelles, il direttore dell’Unità pesticidi dell’Efsa, José Tarazona, per la significativa differenza nella valutazione dei rischi che esiste fra il rapporto dell’Autorità alimentare Ue e quello, allarmante, dello Iarc, sono state “cruciali” le conclusioni tratte da sei studi su roditori che i ricercatori dell’Oms non avevano voluto prendere in considerazione, pur avendoli a disposizione.
Secondo Tarazona, lo Iarc avrebbe commesso in particolare tre errori: ha preso in conto gli effetti cancerogeni in animali che avevano ingerito il Glifosato in dosi troppo alte, che provocano comunque alti livelli di tossicità; ha usato un approccio statistico considerato meno appropriato della metodologia scelta dall’Efsa; non ha considerato che l’incidenza del cancro negli animali non esposti al Glifosato è “in linea” con quella rilevata negli animali sottoposti ai test che hanno ingerito l’erbicida.
La sconfessione dell’Efsa rischia di rimettere in discussione l’autorità dell’Oms nel campo della sicurezza alimentare mentre non si sono ancora sopite le polemiche e le accuse di allarmismo per un altro recente rapporto dello Iarc, quello che aveva definito cancerogene per l’uomo le carni rosse lavorate e sospette di cancerogenicità quelle non lavorate.
La valutazione dell’Autorità di sicurezza alimentare europea non è stata unanime: un membro del gruppo che ha elaborato il rapporto ha espresso un parere di minoranza, considerando che il glifosato dovrebbe essere considerato come sospetto cancerogeno, ha riferito Tarazona rispondendo a una domanda dei giornalisti.
Ma in questo caso vale il parere della maggioranza: l’Efsa ha dunque negato che il glifosato pssa essere definito come cancerogeno nelle norme Ue per la classificazione, etichettatura e imballaggio delle sostanze chimiche. L’Autorità di sicurezza alimentare ha concluso anche che “è improbabile” che l’erbicida sia genotossico, ovvero che l’esposizione al suo principio attivo possa produrre danni al Dna degli individui.
Un’altra decisione presa dall’Efsa, insieme ai rappresentanti delle agenzie nazionali di sicurezza alimentare degli Stati membri dell’Ue, riguarda la dose di riferimento per il rischio acuto (“acute reference dose”), che non era stata ancora decisa per il Glifosato, e che è stata fissata a 0,5 mg per Kg di peso corporeo. Si tratta della quantità di principio attivo che può essere ingerita senza rischi da un individuo in un tempo breve (durante un pasto o un giorno).
Il Glifosato può essere presente, come residuo, negli alimenti, in particolare in quelli derivati da coltivazioni di cereali e mangimi per animali, ed è usato massicciamente fuori dall’Europa in associazione alle coltivazioni degli Ogm della Monsanto, che sono in gran parte tolleranti proprio a questo erbicida totale.
Il portavoce per la Sicurezza alimentare della Commissione europea, Enrico Brivio, ha annunciato che ora l’Esecutivo comunitario ha tempo fino di giugno per decidere, in consultazione con gli Stati membri, l’eventuale rinnovo dell’autorizzazione Ue per il Glifosato.
Secondo Federica Ferrario, Responsabile della Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia “le rassicurazioni dell’Efsa sul glifosato sollevano seri dubbi sulla sua indipendenza scientifica”.
A giudizio di Ferrario “buona parte del rapporto fa riferimento a studi non pubblicati commissionati dagli stessi produttori di glifosato. Le prove del rischio sono inconfutabili, ma a questo punto dobbiamo prendere atto che l’Efsa preferisce contrapporsi alla più autorevole agenzia di ricerca sul cancro a livello internazionale pur di non dispiacere grandi aziende di pesticidi, come Monsanto. Dato che l’Echa potrebbe dare una valutazione diversa da quella dell’Efsa, e che il mondo scientifico ha posizioni discordanti sul glifosato, non ha senso rinnovare per altri dieci anni l’autorizzazione di questo erbicida prima della fine di questo processo”.
Notizia tratta da Askanews.