Bruxelles – La Svezia ha annunciato l’introduzione di controlli temporanei alle frontiere per sorvegliare il flusso di migranti in ingresso nel Paese. I controlli annunciati entreranno in vigore alle 12 di oggi (giovedì) e dureranno per una prima fase per dieci giorni. Il ministro dell’Interno Anders Ygeman ha spiegato che la misura è stata decisa dopo il monito della polizia secondo la quale il previsto aumento di nuovi arrivi di migranti rappresenterà una minaccia per l’ordine pubblico. Il ministro ha chiarito che il governo ha preso la decisione “al fine di garantire sicurezza e stabilità”, e “non per limitare il numero di richiedenti asilo, ma per controllare meglio il flusso di persone in arrivo”.
La Svezia è così il quarto Paese dell’Ue a ristabilire controlli alla frontiera dopo Germania, Austria e Slovenia. Anche la Danimarca sta pensando a questa eventualità. Questo mostra con “chiarezza l’enorme pressione che gli Stati affrontano”, ha dichiarato al termine del Summit a Valletta il presidente del Consiglio europeo. Donald Tusk ha affermato che “salvare Schengen è una corsa contro il tempo”, e l’Ue è “determinata a vincerla”. Il modo per farlo, secondo il presidente “è implementare tutte le decisioni prese a Valletta ma anche prima negli altri summit. Questo include per prima cosa restaurare effettivamente controllo confini esterni”, perché “non c’è dubbio che senza controlli su confini esterni Schengen non sopravviverà”. Bisogna inoltre, ha concluso Tusk, avere “più cooperazione con i Paesi di transito e origine, e puntare a una migliore ricollocazione e migliore integrazione dei rifugiati”, tutte cosa da “fare in fretta ma senza panico”.
Più di 120mila di persone sono arrivate da gennaio in Svezia, che è, insieme alla Germania, una delle mete favorite per i migranti che arrivano in Europa nonché il Paese che riceve il maggior numero di rifugiati pro capite nell’Unione europea. Quest’anno si dovrebbe arrivare a 160/190mila richiedenti asilo contro gli 81mila dello scorso anno.