Roma – Il programma di eradicazione degli ulivi in Puglia non si deve fermare né subire rallentamenti. La Commissione europea tira dritto sulla decisione imposta all’Italia per arginare l’epidemia di Xylella fastidiosa. È quanto emerge da una lettera inviata dal commissario alla Sicurezza e alla salute alimentare, Vytenis Andriukaitis, a Antonia Battaglia, esponente dell’associazione Peacelink di Taranto.
Battaglia, a nome dell’organizzazione, aveva chiesto all’esecutivo comunitario di “prendere nella massima considerazione le diverse sperimentazioni in atto in Puglia e la ricerca relativa” a una cura contro il batterio killer degli ulivi. Il commissario ha risposto che “le attività di ricerca già in atto o pianificate per il futuro non devono in nessun modo rallentare il processo d’implementazione delle misure di emergenza”, e dunque le eradicazioni delle piante – quelle malate e quelle sane nel raggio di 100 metri da esse – devono proseguire.
Recentemente, uno studio condotto dai professori Antonia Carlucci e Francesco Lops, del Dipartimento di Scienze agrarie dell’Università di Foggia, è riuscito a ‘resuscitare’ 120 ulivi che sembravano ormai morti a causa dell’infezione da Xylella. Per confermare scientificamente i dati, al momento molto incoraggianti, bisognerà attendere aprile, quando si completerà il ciclo biologico delle piante, sulle quali non solo sono tornate a spuntare le foglie ma anche i frutti.
La commissione non ha però alcuna intenzione di aspettare. “È urgente agire per non permettere un’ulteriore diffusione del batterio della Xylella”, ha scritto Andriukaitis nella missiva, indicando che ciò è “nell’interesse delle aree colpite ma anche del resto d’Italia e dell’Unione europea in toto”. Secondo l’esponente dell’esecutivo comunitario, le terapie contro la Xylella devono essere “sostenute dall’evidenza scientifica”, e solo “una volta consolidata una soluzione di cura delle piante, sarà la stessa Commissione a chiedere a Efsa (l’Autorita europea per la sicurezza alimentare) un parere scientifico in merito”. Dopo aprile, dunque, potrebbero passare altri mesi, forse addirittura un intero anno se Efsa dovesse decidere di ripetere lo studio per verificarne la validità. Nel frattempo, senza una nuova decisione dell’Ue, altre centinaia di ulivi continueranno a essere abbattuti.