Bruxelles – La elezioni in Myanmar, che hanno segnato la vittoria della Lega Nazionale per la Democrazia del premio Nobel per la Pace Aung San Suu Kyi, che si avvia a diventare premier dopo le prime elezioni libere in 25 anni nel paese asiatico da sempre sottoposto a regime militare, sono “una pietra miliare sulla strada del Paese verso la democrazia”. Federica Mogherini sottolinea che “per la prima volta dopo decenni alle elezioni hanno partecipato tutti i principali partiti in un clima complessivo di calma, pacifico e organizzato in tutto il Paese”. L’Alto rappresentante per la politica estera dell’Ue ha definito “impressionane” l’alta affluenza alle elezioni che è arrivata all’80% testimoniando “l’impegno degli elettori del Myanmar di continuare nella democratizzazione del Paese”. Per questo, ha aggiunto, adesso sarà cruciale “che tutte le parti accettino il risultato in uno spirito di unità nazionale e riconciliazione”. Il leader facente funzione del partito di governo del della ex Birmania, Htat Oo ha già affermato “noi accetteremo ogni risultato”
Il partito di Aung San Suu Kyi ha dichiarato di aver conquistato il 70% dei voti, una vittoria travolgente dopo anni di prigionia e opposizione silenziosa. Se il dato trovasse conferma Suu Kyi avrebbe la maggioranza necessaria per formare il governo e diventare premier del Myanmar. La soglia è del 67% dei voti considerando che alla giunta militare è riservato un 25% dei seggi.
“Finalmente la democrazia potrà affermarsi in Birmania . Orgogliosa come donna e come parlamentare europeo”, è stato il commento affidato a Twitter da Simona Bonafè del Pd.