Bruxelles – I trasferimenti dei migranti dall’Italia agli altri Paesi Ue procedono a rilento? E allora noi faremo altrettanto, bloccando l’apertura dei centri di registrazione dei migranti. Il ministro dell’interno, Angelino Alfano, non fa giri di parole e alla riunione dei ministri dell’Interno europei sulla crisi rifugiati porta un messaggio preciso: “Noi non concederemo all’Europa nulla in più rispetto a quello che viene concesso a noi”. Per questo “noi avevamo detto di aprire sei hotspot e ne abbiamo aperto solo uno”: perché, sottolinea Alfano, “se si va avanti velocemente si va avanti velocemente su tutto e non si va a due velocità”. In poche parole: scordatevi l’idea: “Poca relocation e tanti hotspot”
Anzi, per i Paesi che non collaborano e non mettono a disposizione i posti concordati per l’accoglienza dovrebbero essere previste punizioni. “Tutti i Paesi devono fare la loro parte e chi non la farà ne risponderà. Io non capisco perché le procedure di infrazione si possano fare nell’ambito delle politiche economiche e non su questo versante che mi pare altrettanto importante”, protesta Alfano. L’Italia, dal canto suo, ha la coscienza a posto in questa vicenda su cui “si gioca un pezzo del destino dell’Europa”. Noi, sottolinea il titolare del Viminale, “abbiamo messo l’Italia dalla parte giusta della storia”.
In ogni caso bisogna evitare un pessimismo eccessivo sui ricollocamenti, chiede Alfano, secondo cui si tratta comunque di “un successo senza precedenti perché per anni si è parlato di equa distribuzione dei migranti e non si era mai verificato quello che invece noi siamo riusciti a raggiungere e cioè: migranti presenti nel sistema di accoglienza italiano vengano redistribuiti in altri Paesi”. E se “non si è partiti ad una velocità alta – conclude – è perché siamo in una fase di rodaggio”.