Bruxelles – Se in Libia non si arriverà alla formazione di un governo di unità nazionale nei prossimi giorni, si rischiano “conseguenze drammatiche”. A lanciare l’allarme è l’Alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Ue, Federica Mogherini che oggi ha incontrato al Cari, Fayez Saraj, designato come primo ministro del governo di transizione in Libia secondo la proposta avanzata dall’inviato speciale delle Nazioni Unite, Bernardino Leon. Durante l’incontro Mogherini e Saraj hanno condiviso le “preoccupazioni per gli elevati rischi per la popolazione della Libia e dell’intera regione” se la situazione non dovesse sbloccarsi al più presto. L’Unione europea si è detta pronta ad attivarsi per fare in modo che il nuovo governo possa diventare operativo il più rapidamente possibile, una volta che l’accordo tra le parti libiche sia raggiunto.
Il risultato però pare tutt’altro che scontato. Per la terza volta è slittato il voto del Parlamento di Tobruk, quello riconosciuto a livello internazionale, sul documento proposto dall’Onu per la formazione del nuovo governo. “La seduta odierna è stata rinviata alla prossima settimana per consentire ulteriori consultazioni tra i parlamentari sia riguardo i nomi proposti per guidare il governo di unità che la bozza di accordo politico dell’inviato Onu Bernardino Leon”, scrive l’agenzia di stampa libica. Intanto i parlamentari rivali del Congresso nazionale di Tripoli hanno criticato “l’insistenza di Leon nel continuare la sua mediazione nonostante sia scaduto il suo mandato e l’incarico sia stato affidato al suo successore Martin Kobler”. In un comunicato la Commissione degli affari politici del Parlamento di Tripoli ha avvertito che “l’insistenza di Leon potrebbe far crollare l’intero processo di dialogo tra libici” e ha accusato il segretario generale dell’Onu Ban Ki-moon di “continuare a sostenere il suo operato per la firma di un accordo rifiutato da tutti”.