Bruxelles – Il fatto che l’Unione europea sia disposta “ad ignorare l’enorme repressione in corso in Turchia, nel suo tentativo di garantire un accordo per tenere fuori i rifugiati”, è “scandaloso e miope”. È un duro attacco all’esecutivo comunitario quello che arriva da Human rights watch. In un intervento pubblicato sull’online del settimanale tedesco Die Zeit, a firma di Emma Sinclair-Webb, l’associazione per i diritti umani critica la strategia europea per affrontare la crisi rifugiati. La Commissione in nome della realpolitik ha deciso di chiudere non un occhio, ma due, di fronte a quello che sta succedendo nel Paese alla vigilia delle elezioni, dove si moltiplicano le intimidazioni al partito filo-curdo, gli attacchi contro il Pkk e dove si continuano a mettere bavagli alla stampa critica con il governo che chiude giornali e televisioni indipendenti, gli ultimi dei quali appartenenti al gruppo Koza Ipek, a cui è stata imposta l’amministrazione controllata con la polizia che è entrata in redazione.
Per tenere buona Ankara, in attesa dei risultati elettorali, la Commissione europea sta ritardando l’uscita del report sui progressi nel processo di adesione all’Ue del Paese, un report che, secondo quanto trapelato, contiene pesanti critiche sul rispetto dello Stato di diritto, la libertà di espressione e l’indipendenza del potere giudiziario, e che parla di un deterioramento fortissimo da quando Tayyip Erdogan è salito al potere 13 anni fa. Un fatto che per Human rights watch “suggerisce che l’Ue è disposta ad abbassare la guardia sulla lista di abusi della Turchia in cambio della sua cooperazione nel fermare richiedenti asilo e migranti”.
L’organizzazione critica anche l’idea di inserire il Paese nella lista di quelli sicuri di provenienza. “Ciò significa che se faranno una richiesta di asilo nell’Unione europea si presumerebbe che i cittadini turchi, come i giornalisti e curdi in fuga gli abusi di Stato, non siano oggetto di una persecuzione”, e questo “nonostante un tasso di approvazione del 23 per cento delle richieste di asilo da cittadini turchi nell’Unione europea nel 2014, anno in cui la Corte europea dei diritti dell’uomo ha trovato 94 violazioni dei diritti dell’uomo da parte della Turchia”.