- L'Europa come non l'avete mai letta -
domenica, 15 Giugno 2025
No Result
View All Result
  • it ITA
  • en ENG
Eunews
  • Politica
  • Esteri
  • Economia
  • Cronaca
  • Difesa
  • Net & Tech
  • Agrifood
  • Altre sezioni
    • Cultura
    • Diritti
    • Energia
    • Green Economy
    • Finanza e assicurazioni
    • Industria e Mercati
    • Media
    • Mobilità e logistica
    • Salute
    • Sport
  • Newsletter
  • Invasione russa in Ucraina
  • Energia
  • Israele
  • Usa
    Eunews
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • Salute
      • Sport
    No Result
    View All Result
    Eunews
    No Result
    View All Result

    Home » Politica Estera » Il voto turco che potrebbe segnare la fine dell’era Erdogan

    Il voto turco che potrebbe segnare la fine dell’era Erdogan

    Si torna alle urne per la seconda volta in sei mesi in un clima di guerra totale del governo contro curdi e stampa indipendente. L'obiettivo dell'Akp è riguadagnare la maggioranza assoluta persa per la prima volta dopo 13 anni, ma secondo i sondaggi è tutt'altro che scontato

    Letizia Pascale</a> <a class="social twitter" href="https://twitter.com/@LetiziaPascale" target="_blank">@LetiziaPascale</a> di Letizia Pascale @LetiziaPascale
    30 Ottobre 2015
    in Politica Estera

    Bruxelles – Se per molti la pesante battuta d’arresto subita nelle elezioni dello scorso giugno ha segnato “l’inzio della fine” di Recep Tayyp Erdogan, il diretto interessato non sembra affatto disposto a rassegnarsi. All’appuntamento elettorale di domenica, il presidente turco si presenta più agguerrito che mai, nel tentativo di riguadagnare quella maggioranza assoluta che a giugno ha perso per la prima volta dopo 13 anni e senza la quale non è più stato in grado di formare un governo di coalizione. L’unico modo per lui per uscire dall’impasse sarebbe quindi quello di stravincere: solo una vittoria schiacciante permetterebbe all’Akp di governare senza dovere ricominciare a cercare alleati. E solo la conquista dei tre quinti dei seggi consentirebbe a Erdogan di realizzare il suo vecchio sogno, quello di sostituire il sistema parlamentare con quello presidenziale che lo trasformerebbe in un “superpresidente” con poteri ancora maggiori.

    Ma secondo tutte le previsioni, centrare un simile risultato sarà per Erdogan tutt’altro che semplice. E mancare il risultato per due volte in sei mesi, nonostante la violenza dell’offensiva lanciata dal leader turco contro tutti gli oppositori, potrebbe significare solo che il declino, a giugno solo intravisto, è ormai una realtà. I sondaggi danno l’Akp vincente, ma con la stessa percentuale di cinque mesi fa, quando il 40,86% dei voti gli ha permesso di occupare solo 258 seggi, troppo pochi per governare da solo. Ad ostacolare la sua corsa, come a giugno, sarà soprattutto il partito filo-curdo Hdp, che grazie al carisma del suo giovane leader Selahattin Demirtas è riuscito a superare l’elevata soglia di sbarramento (10%) e ad entrare in Parlamento con il 13,12% delle preferenze e 80 seggi. Ogni sforzo di Erdogan è dunque rivolto a tentare di screditare il partito, soprattutto accusandolo di connivenze con i guerriglieri del Pkk (considerati terroristi in Turchia) e distogliendo l’attenzione dalla vera causa dell’Hdp, che si batte soprattutto per i diritti e le libertà di tutti, compresi minoranze etniche e religiose, omosessuali (ha candidato il primo gay dichiarato, Baris Sulu) e lavoratori (chiede un salario minimo di 605 euro). Proprio nell’ambito di questo duello politico con Demirtas, secondo molti osservatori, è da leggere anche la violenza con cui Erdogan ha rilanciato la lotta contro i curdi del Pkk, bombardando le loro postazioni, uccidendo centinaia di persone e ponendo fine alla tregua firmata nel 2013. E sempre in questa chiave, secondo alcuni, non si può non leggere anche gli attentati che negli ultimi mesi hanno sconvolto il Paese, come quello di poche settimane fa ad Ankara, dove oltre 100 persone sono rimaste uccise durante una manifestazione pacifista che aveva tra i suoi promotori proprio l’Hdp.

    Ma non è solo contro i curdi la guerra totale in cui Erdogan si è lanciato durante questa tesissima campagna elettorale. L’altro fonte è quello contro i media “ostili”, soprattutto quelli legati al nemico Fethullah Gulen, imam che dagli Usa guida una potente setta, che un tempo era alleato del presidente e oggi è accusato di avere ambizioni sovversive. L’ultimo episodio riguarda il gruppo editoriale Koza Ipek, che riunisce tv e giornali ostili al governo, a cui è stata imposta l’amministrazione controllata e per il cui amministratore delegato è stato spiccato un mandato d’arresto. La sede del gruppo è stata presa d’assalto dalla polizia con lacrimogeni e manganelli, tra le proteste della popolazione, due tv sono state oscurate e due quotidiani non sono usciti in edicola. Ma non si tratta di un caso isolato. Nel mirino anche diversi altri quotidiani e tv indipendenti, sette delle quali sono state chiuse a metà ottobre. Sotto processo anche decine di blogger o semplici utenti di social media che hanno osato criticare Erdogan sul Web. Nell’ultimo mese, il 90% delle trasmissioni in diretta della tv di stato Trt sono state dedicate al presidente e all’Akp (59 ore su 66), lasciando le briciole all’opposizione e appena 18 minuti all’Hdp.

    Insomma Erdogan ha tentato il tutto per tutto ma, secondo i sondaggi, non riuscirà comunque ad imporsi come vorrebbe. Secondo le previsioni anche a questo turno l’Hdp non prenderà meno del 10-13% dei voti e altri due partiti entreranno con grande probabilità in Parlamento. Uno è il Chp, il Partito repubblicano popolare, primo partito di opposizione che alle elezioni del 2011 ha conquistato il 25,98% dei voti e a quelle del 7 giugno scorso il 24,96%. È un partito laico, fondato nel 1923 dal padre della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk. La sua campagna è stata incentrata sull’antagonismo con l’Akp, additato come partito corrotto a causa di uno scandalo esploso a dicembre 2013, che ha coinvolto ministri e loro familiari e sulla difesa della libertà di stampa. L’altro è l’Mhp, partito del movimento nazionalista, di destra e ultranazionalista. Alle elezioni parlamentari del 2011 ha ottenuto il 13,01% dei voti e a quelle del 7 giugno il 16,29%.

    Nessuno dei due partiti, dopo le elezioni di giugno, si è reso disponibile per un governo di coalizione con l’Akp di Erdogan. Anche per questo è così importante, per il presidente turco, riguadagnare la maggioranza assoluta: “Se la nostra nazione sceglierà un governo monocolore, penso che creerà i presupposti per un ritorno al clima di stabilità e fiducia che abbiamo vissuto per 12-13 anni”, ha detto Erdogan, mentre il primo ministro, Ahmet Davutoglu, ha chiarito che anche in caso non si raggiunga una maggioranza assoluta, l’ipotesi di un nuovo ritorno alle urne è esclusa: la Turchia, ha detto Davutoglu, “non tollererebbe un nuovo voto”.

    Tags: AkpcurdiDemirtaselezioniErdoganHdplibertà di stampaturchia

    Ti potrebbe piacere anche

    Francesco Cancellato
    Cronaca

    Spyware sui giornalisti, Bruxelles all’Italia: “Faremo rispettare il diritto dell’Unione”

    12 Giugno 2025
    Il commissario per la Democrazia e lo Stato di diritto, Michael McGrath [foto: imagoeconomica]
    Politica

    Ingerenze straniere nelle elezioni, ecco la definizione dell’Ue

    5 Giugno 2025
    Il primo ministro polacco Donald Tusk (Foto:Imagoeconomica)
    Politica

    Polonia, il premier Tusk rilancia e annuncia un voto di fiducia: “Non faremo un passo indietro”

    3 Giugno 2025
    I candidati alla presidenza Karol Nawrocki e Rafał Trzaskowski (Foto: Filip Styczyński, profilo X ufficiale)
    Politica

    Ballottaggio in Polonia, con la sfida Trzaskowski-Nawrocki in ballo anche il destino dell’Europa

    30 Maggio 2025
    Il leader di Aur George Simion (Foto: Jürgen Nauditt on X)
    Politica

    Romania, la Corte costituzionale respinge il ricorso di Simion: “Accuse infondate”

    22 Maggio 2025
    George Simion
    Politica

    Romania, Simion chiede l’annullamento delle elezioni presidenziali per brogli e interferenze esterne

    21 Maggio 2025

    TUTTI GLI EVENTI CONNACT

    Il Rapporto Draghi in italiano

    di Redazione eunewsit
    9 Settembre 2024
    CondividiTweetCondividiSendCondividiSendCondividi
    Made with Flourish

    Ue-Svizzera, passi avanti per il rinnovo degli accordi su mercato unico e cooperazione

    di Simone De La Feld @SimoneDeLaFeld1
    13 Giugno 2025

    La Commissione ha presentato ai Paesi membri il pacchetto di modernizzazione degli accordi tra i due partner. Ora il Consiglio...

    connact

    Nuove energie tra Europa e Africa. I progressi del Piano Mattei e il suo rapporto con il Global gateway Ue

    di Redazione eunewsit
    13 Giugno 2025

    La piattaforma Connact ha ospitato una serata di incontro fra istituzioni italiane, rappresentanti degli Stati africani e aziende del nostro...

    Aviazione Ue aereo

    A Strasburgo riparte il lavoro sui diritti dei passeggeri aerei. Dopo 11 anni

    di Emanuele Bonini emanuelebonini
    13 Giugno 2025

    L'Aula del Parlamento europeo riunita in sessione plenaria discute la posizione del Consiglio su un file in sospeso dal 2014....

    Nucleare e transizione verde: servono 241 miliardi di euro entro il 2050 per centrare gli obiettivi Ue

    di Marco La Rocca
    13 Giugno 2025

    La Commissione Ue spinge sull’innovazione, il capitale umano e la cooperazione regolatoria per rafforzare la leadership industriale europea nel settore...

    • Editoriali
    • Eventi
    • Lettere al direttore
    • Opinioni
    • Risultati Europee 2024
    • Chi siamo
    • Contatti
    • Privacy Policy
    • Cookie policy

    Eunews è una testata giornalistica registrata
    Registro Stampa del Tribunale di Torino n° 27

    Copyright © 2025 - WITHUB S.p.a., Via Rubens 19 - 20148 Milano
    Partita IVA: 10067080969 - Numero di registrazione al ROC n.30628
    Capitale sociale interamente versato 50.000,00€

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    No Result
    View All Result
    • it ITA
    • en ENG
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca
    • Difesa e Sicurezza
    • Net & Tech
    • Agrifood
    • Altre sezioni
      • Agenda europea
      • Cultura
      • Diritti
      • Energia
      • Green Economy
      • Gallery
      • Finanza e assicurazioni
      • Industria e Mercati
      • Lettere al direttore
      • Media
      • Mobilità e logistica
      • News
      • Opinioni
      • Sport
      • Salute
    • Editoriali
    • Podcast / L’Europa come non l’avete mai ascoltata
    • Report Draghi
    • Risultati Europee 2024
    • Eventi
    • Le Newsletter di Eunews

    Attenzione