Bruxelles – Ignazio Marino ha deciso di resistere e ha ritirato le dimissioni presentate il 12 ottobre. Il sindaco di Roma aveva tempo fino al 2 novembre per fare dietro front e ha sciolto le riserve a pochi giorni dalla scadenza del termine per ripensarci. La decisione non è stata presa bene dal Partito democratico che avrebbe chiesto a tutti i suoi consiglieri di dimettersi.
Ho deciso di ritirare le dimissioni presentate lo scorso 12 ottobre
— Ignazio Marino (@ignaziomarino) October 29, 2015
Alla notizia della scelta di Marino hanno già deciso di dimettersi il vicesindaco e assessore al Bilancio Marco Causi e l’assessore ai Trasporti, Stefano Esposito, Alfonso Sabella, assessore alla Legalità, ha annunciato le sue per lunedì prossimo e infine, per il momento, si sono dimessi anche gli assessori Marco Rossi Doria (Istruzione), Luigina Di Liegro (Turismo) e Maurizio Pucci (Lavori pubblici).
Se anche i consiglieri democratici faranno altrettanto è da vedere. Secondo il Testo unico degli enti locali per far decadere una consiliatura servono le dimissioni della metà dei consiglieri più uno, cioè di 25 eletti. Il Pd ne ha 19 a cui potrebbero unirsi altri esponenti del centrosinistra tra cui sembra Daniele Parrucci di Centro democratico e almeno due esponenti della Lista civica di Marino, quelli più vicini al Pd: si parla di Svetlana Celli, tra l’altro eletta in Consiglio metropolitano proprio nella lista dei democratici, e dell’ex capogruppo Luca Giansanti.
“Sono pronto a confrontarmi con la maggioranza. Illustrerò quanto fatto, le cose positive, la visione per il futuro ma quello è il luogo della democrazia. Questa sera parlerò con la presidente Baglio e illustrerò, oltre a consegnarle la lettera, la mia intenzione di avere una discussione aperta, franca e trasparente nell’aula Giulio Cesare”, sono state le parole di Marino all’uscita del palazzo del Comune.