Bruxelles – Il blogger sauduta Raif Badawi è il vincitore del Premio Sakharov 2015. Il Parlamento europeo ha deciso di assegnare il riconoscimento per la libertà di pensiero all’attivista che sta attualmente scontando dieci anni di prigione per un post, ritenuto offensivo per l’Islam, pubblicato sul suo sito web che è nato allo scopo di promuove il dibattito sociale, politico e religioso.
“Questo uomo, estremamente buono e da esempio per tutti, è stato condannato a una delle più crudeli sanzioni in vigore nel Paese, che può essere descritta come una vera e propria tortura”, ha dichiarato il presidente dell’Aula, Martin Schulz. Oltre al carcere Badawi è stato condannato a mille frustate da ricevere in 20 settimane, le prime 50 le ha ricevute pubblicamente di fronte alla moschea di Jeddah, le altre al momento sono state rinviate in seguito alle proteste internazionali. Proprio all’inizio di questa settimana la moglie di Raif Badawi, Ensaf Haidar, che al momento vive in Canada con i loro tre figli, ha annunciato che le autorità saudite hanno dato il loro assenso a che siano inflitte le rimanenti frustrate. “Mi appello al Re dell’Arabia Saudita perché blocchi l’esecuzione della sentenza e rilasciare Badawi in modo che possa ritornare dalla propria moglie e permettergli di essere presente nel corso della sessione di dicembre per ricevere di persona il Premio”, ha aggiunto Schulz.
Lo scorso febbraio, il Parlamento europeo aveva approvato una risoluzione che condannava con fermezza la fustigazione di Raif Badawi, definendola un atto crudele e scioccante. Nel documento s’invitavano le autorità saudite a “procedere al suo rilascio immediato e incondizionato, dal momento che è considerato un prigioniero di coscienza, detenuto e condannato unicamente per aver esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione”.
L’assegnazione del Sakharov a Badawi “è un tributo a tutte le persone che lottano per la libertà di espressione nel mondo, perché tutti dovrebbero avere il diritto di avere un parere e di poter ricevere e condividere informazioni e idee senza interferenze da parte delle autorità pubbliche e senza limiti di frontiere”, ha affermato Antonio Panzeri per il gruppo S&D, che aveva nominato il blogger. Gli altri due finalisti erano l’opposizione democratica in Venezuela, rappresentata da Mesa de la Unidad Democrática, e l’esponente dell’opposizione politico russo Boris Nemtsov.