Bruxelles – Gli Stati dell’Unione europea dovrebbero proteggere Edward Snowden, l’ex analista della Nsa statunitense che ha rivelato i programmi di sorveglianza di massa facendo esplodere lo scandalo Datagate. A sostenerlo è il Parlamento europeo che con maggioranza risicata (285 voti favorevoli a fronte di 281 contrari) ha approvato un emendamento, nell’ambito di una risoluzione più ampia sulla sorveglianza di massa, che invita gli Stati membri a “ritirare ogni imputazione penale nei confronti di Edward Snowden, a offrirgli protezione e, di conseguenza, a evitare la sua estradizione o consegna da parte di terzi. Protezione che, secondo il Parlamento europeo, Snowden merita in quanto “informatore e difensore internazionale dei diritti umani”. “Questo non è un colpo contro il governo degli Stati Uniti, ma una mano aperta tesa da amici”, ha commentato con un tweet il diretto interessato, Edward Snowden dal suo esilio in Russia: “Si tratta – dice – di una possibilità di andare avanti”.
This is not a blow against the US Government, but an open hand extended by friends. It is a chance to move forward. pic.twitter.com/fBs5H32wyD
— Edward Snowden (@Snowden) October 29, 2015
La risoluzione, approvata con 342 voti favorevoli, 274 voti contrari e 29 astensioni, fa il punto sulle azioni (o mancanza d’azione) che la Commissione, le altre istituzioni Ue e gli Stati membri hanno intrapreso sulla base delle raccomandazioni che il Parlameto europeo aveva fatto sulla sorveglianza elettronica di massa dei cittadini, nel 2014 sulla scia delle rivelazioni di Edward Snowden. Per gli eurodeputati la risposta data fino a questo momento è stata “altamente inadeguata” e “i diritti fondamentali dei cittadini Ue sono ancora in pericolo” perché “troppo poco è stato fatto per assicurare la loro piena protezione”.
Il Parlamento è preoccupato anche per le “recenti leggi adottate da alcuni Paesi membri che ampliano le possibilità di sorveglianza da parte delle autorità d’intelligence”, inclusi Francia, Regno Unito e Olanda. Inoltre, è preoccupato per le rivelazioni sulle attività di sorveglianza delle telecomunicazione e del traffico internet all’interno dell’Ue da parte della BND, l’agenzia di intelligence “esterna” tedesca, in collaborazione con la NSA, l’agenzia per la sicurezza nazionale statunitense. La risoluzione invita a formulare una strategia Ue per una maggiore indipendenza informatica e una maggiore privacy sul web ed evidenzia l’esigenza di assicurare un controllo democratico ed efficace delle attività d’intelligence, così come la necessità di ricostruire la fiducia con gli USA.
Nella giusta direzione, secondo i deputati, va la sentenza della Corte di giustizia europea che, a inizio ottobre, ha invalidato la decisione della Commissione sullo schema Safe Harbour sul trasferimento dei dati negli Stati Uniti. Per i deputati “questa sentenza ha confermato la posizione di lunga data del Parlamento riguardo l’assenza di un adeguato livello di protezione previsto da questo sistema”. Gli eurodeputati fanno appello alla Commissione affinché “prenda le misure necessarie per assicurare che tutti i dati personali trasferiti verso gli Usa siano soggetti a un livello efficace di protezione, sostanzialmente equivalente a quello garantito nell’Ue” e invitano membri dell’esecutivo Ue a riferire su questo entro la fine del 2015.