Bruxelles – Entro la fine di questa settimana si dovrebbe fare un altro (piccolo) passo sui trasferimenti di rifugiati dall’Italia agli altri Stati europei. Prima di domenica dovrebbero partire altri due voli, uno diretto verso la Francia e uno verso la Finlandia, con a bordo ciascuno circa 20 migranti che troveranno una nuova sistemazione fuori dai nostri confini. Poi, dovrebbe essere il turno della Spagna di accogliere, forse una cinquantina di persone, come aveva anticipato ieri il ministro dell’Interno, Angelino Alfano. Insomma dall’Italia i ricollocamenti di rifugiati continuano, seppure a rilento. Per il momento il nostro Paese è stato alleggerito di appena 86 persone contro le 1.600 al mese che bisognerebbe trasferire ogni mese per raggiungere l’obiettivo fissato di trasferire 40mila persone in due anni. “L’importante è aver cominciato”, commenta Alfano, secondo cui “è chiaro che nei prossimi mesi i numeri dovranno essere più grandi, ma siamo in rodaggio”.
Sull’obiettivo dei 40mila però “non accetteremo prese in giro”, ha messo in guardia ieri il ministro dell’Interno, chiarendo che “nessuno Stato si può sottrarre agli impegni assunti” e che “se l’Ue non mantiene gli impegni, anche noi saremmo liberi di non rispettarli”, non attivando gli hotspot e bloccando le altre procedure richieste. Ma organizzare le partenze non è così automatico: occorre non solo registrare i rifugiati e convincerli a partire, cosa per nulla scontata, ma anche stipulare accordi con le compagnie aeree che accettano di trovare posti per i migranti (e per tutte le persone che li accompagnano) su normali voli di linea. A volte la difficoltà è data anche dal fatto che non esistono voli diretti per la tratta necessaria. È quanto sta accadendo per la Grecia, che non ha ancora ricollocato nemmeno un migrante e il cui primo volo in partenza, che dovrebbe portare 30 rifugiati in Lussemburgo, è bloccato dalla mancanza di voli diretti tra i due Paesi, per cui si stanno cercando soluzioni alternative.
Crescono intanto lentamente anche le disponibilità dei Paesi ad accogliere. Per il momento si è arrivati a 854 posti, messi a disposizione da 9 Stati membri. Il Belgio si è detto pronto ad accogliere 30 persone, la Finlandia 200 (100 dall’Italia e 100 dalla Grecia), la Francia 40, la Germania 10 (dalla Grecia), la Lituania 4 dalla Grecia, il Lussemburgo 90 (60 dall’Italia e 30 dalla Grecia), il Portogallo 130, la Spagna 50 e la Svezia 300. Una prima disponibilità per ora ampiamente sufficiente, visto il ritmo dei trasferimenti, ma che si potrebbe rivelare pesantemente al di sotto del necessario se dovesse esserci l’auspicata accelerazione nelle partenze. In due anni si devono trovare 160 mila posti disponibili.